di Lorenzo Olivieri per IL7 Magazine
Due punti. Sono quelli portati a casa da Brindisi nella difficile trasferta a Reggio Emilia. E sono anche quelli che distanziano la Happy Casa dall’ultimo posto in classifica, occupato ora in solitaria da Pesaro. Ed è questa forse la notizia più importante in assoluto: grazie alla prima vittoria in trasferta della stagione, la formazione biancazzurra non è più il fanalino di coda del campionato e permette finalmente di avere un orizzonte più ampio e un po’ di prospettiva in più.
La vittoria è di quelle che contano davvero e arriva al termine di una partita in cui Brindisi ha tenuto botta contro una Reggio Emilia con decisamente più talento e anzi, conducendo in pratica tutta la prima metà di gara. Il ritorno dei reggiani era prevedibile e scontato, ma la Happy Casa è stata brava a rimanere attaccata alla partita e a creare il vantaggio minimo necessario per spuntarla nei minuti finali. L’ultima parte della gara è stata una corsa all’errore, con entrambe le squadre a commetterne anche di banali e in sequenza, e infine l’ha portata a casa chi ha sbagliato un pelo meno dell’avversario.
Segnali di ripresa
La vittoria contro Reggio Emilia è importante anche perché, per la prima volta, Brindisi riesce a confermare quanto di buono fatto intravedere nella gara precedente. Fino ad ora la Happy Casa non era mai riuscita a consolidare un processo di crescita chiaro e riconoscibile anche in seguito ad un risultato positivo, ricadendo sempre nei soliti errori e non dando mai davvero l’impressione di aver fatto un passo avanti. Questa volta invece, nonostante lo scivolone nell’ultimo minuto contro Varese sia ancora negli occhi di tutti e nonostante, come detto, la partita con la Grissin Bon è stata tutt’altro che una partita perfetta, la sensazione che un passo in avanti sia stato fatto è forte.
A sostegno di ciò ci sono le statistiche, che vedono una netta impennata della qualità della squadra sotto la gestione Vitucci. Ora le partite da considerare sono quattro e, pur restando un campione statistico molto risicato, alcuni trend sono netti e possono già essere valutati. È chiaro, ad esempio, il nitido miglioramento nelle percentuali da due punti di squadra, passato da un miserabile 46% nella gestione di Dell’Agnello (dead last in campionato per questa particolare statistica) ad un eccellente 61.7%. È chiaro che nonostante la pochezza del campione statistico, un’impennata del 15% al tiro di squadra è un cambio di trend importante che dice già molto sul perché Brindisi sia riuscita a portare a casa per la prima volta due risultati positivi di seguito. Una squadra che tira col 46% da due non può sperare di vincere contro alcun avversario, mentre una squadra che tira col 61% si mette in una posizione decisamente favorevole, presupponendo di lasciare invariate le altre voci statistiche.
La squadra, sotto la guida di Frank Vitucci, . gioca a ritmo leggermente più basso, prende otto tiri complessivi dal campo in meno rispetto all’era Dell’Agnello ma li converte con più precisione. La palla viene servita costantemente dentro a Lalanne e a Smith, spesso attraverso situazioni dinamiche che prevedono giochi alto/basso o pick&roll. La pericolosità dei due lunghi brindisini ha favorito finora –e in particolare nella trasferta di Reggio Emilia, soprattutto i penetratori. Tepic e Suggs hanno più spazio per operare, così come Mesicek può bruciare il diretto avversario col suo primo passo e arrivare al ferro con molta più facilità.
Ciò è stato messo in particolar modo in luce contro la Grissin Bon grazie alla pochezza difensiva degli esterni reggiani, in particolar modo nella figura di Della Valle. Il talento italiano ha notoriamente grosse lacune nella propria metà campo, solo in parte giustificate dalla taglia fisica. Bravo è stato Vitucci a cercare di metterlo sempre in difficoltà portandolo all’interno di giochi a due, nei quali può essere facilmente attaccato. Su queste situazioni hanno banchettato Suggs e lo stesso Tepic, non proprio un fulmine, che è riuscito nonostante tutto a concludere diverse volte al ferro.
Altro balzo in avanti importante l’ha fatto la percentuale ai liberi. Ancora una volta si è passati da un deprecabile 61,7% su 16 tentativi di media, ad un ben più degno 77,7% su 21 tentativi nelle ultime quattro partite, in linea con le migliori squadre del campionato. Brindisi va di più in lunetta e soprattutto ci va molto meglio. È ovvio che una crescita così esponenziale della percentuale di conversione dei liberi non è merito diretto di coach Vitucci: i liberi si tirano sempre allo stesso modo e non sono condizionati da tattica e avversari. Può essere però un indicatore indiretto dello stato mentale della squadra. Per tirare bene dalla lunetta, il fattore mentale è importante tanto quanto quello tecnico e posto che il secondo vari poco quanto nulla nell’arco di circa un mese, si possono fare speculazioni sul primo. Evidentemente la squadra è più sicura e coesa e infusa da voglia di rivalsa di quanto non fosse sotto la guida di Dell’Agnello.
Sul lato difensivo, tolti vaghi accenni di zona, è ormai chiaro come Vitucci prediliga una marcatura quasi esclusivamente a uomo. La girandola di difese proposte da Dell’Agnello risultava indigesta forse più ai giocatori brindisini che agli avversari, mentre concentrarsi su un unico tipo di marcatura ha concesso a Vitucci di lavorare sulle piccole cose, sugli aiuti e sulle rotazioni. Sia chiaro, nella propria metà campo la Happy Casa resta una squadra problematica, attualmente la terza peggior difesa del campionato anche per motivi strutturali di roster e caratteristiche dei giocatori difficilmente aggirabili, ma nelle ultime uscite gli storici errori marchiani sono apparsi un po’ meno marchiani del solito, per lo meno quando non arrivano i momenti di blackout totale. Restano i problemi nel difendere il pick&roll, e le dimenticanze del lato debole stavano per costare caro ancora una volta nel finale di partita (due tiri del pareggio lasciati nelle mani di Chris Wright e James White con metri di spazio).
Statisticamente la difesa di Brindisi non è migliorata granché con Frank Vitucci. Una palla recuperata e una stoppata in più non sono variazioni statistiche sufficienti su quattro partite per poter indicare un trend. La valutazione di squadra complessiva, però, è passata da 70 a 87.7, dato che indica un miglior rendimento a tutto tondo.
Un momento di svolta
Le due vittorie ottenute da Brindisi nelle ultime due partite valgono letteralmente oro. La prossima gara con Cantù sarà difficile, la Red October è il miglior attacco del campionato per punti segnati, il che sommato alle lacune difensive dei biancazzurri, ci lascia delineare un matchup tutt’altro che semplice. Da lì in poi, però, diventerà ancora più complicato: iniziando il girone di ritorno, Brindisi affronterà nell’arco di poco più di un mese tutte le migliori squadre della serie A, fra cui Torino, Venezia, Milano e Brescia. È probabile che inizierà un nuovo periodo di carestia in quanto a vittorie, cionondimeno è importante consolidare quanto di buono mostrato recentemente, in modo da farlo fruttare nel migliore dei modi nelle partite fattibili (in particolare è già obbligatorio portare a casa il confronto con Pistoia fra tre giornate).
Inizia un momento di svolta per Brindisi, un momento che indicherà chiaramente che direzione prenderà il campionato della Happy Casa. L’importante è restare positivi anche se le sconfitte torneranno a essere due o tre di seguito, soprattutto se ci saranno segnali positivi da parte della squadra. Per ora, i tifosi e tutto l’ambiente hanno qualcosa per cui sorridere, per la prima volta dall’inizio della stagione.