Valentina, il coraggio di ricominciare

di Luca Di Napoli per IL7 Magazine

Dopo la rottura del ginocchio alla fine della passata stagione ero sicura di dire addio alla pallacanestro. Ma quest’estate è arrivata insistentemente la chiamata dai dirigenti di ‘Ad Maiora Basket Taranto’, città in cui ho vissuto il periodo migliore della mia carriera. Tornerò in campo, più forte di prima”. Valentina Siccardi, brindisina ex Nazionale, torna a indossare la casacca della società in cui, tra il 2008 e il 2013, ha vinto tre scudetti, una Coppa Italia e due Supercoppe italiane.
Valentina ha l’obiettivo di riportare questa gloriosa società in A2 in due stagioni, ripartendo dalla serie C, attendendo la risposta da parte della Federazione alla richiesta dei dirigenti di Ad Maiora di poter partecipare alla B.
Tutti gli appassionati di basket aspettavano il suo ritorno in campo. Si sente carica di responsabilità dopo un infortunio così grave a 36 anni?
“La mia idea era quella di smettere definitivamente, devo essere sincera. Vista la mia età pensavo fosse davvero difficile tornare a giocare, non per la semplice paura di altri infortuni, ma non dimenticandomi di quello che ho dovuto passare per il ginocchio. Invece quest’estate sono stata pressata per tutto il tempo dal presidente e dall’allenatore di Taranto; sono venuti a trovarmi quando camminavo ancora con le stampelle. Mi hanno così spinto ad accettare la loro proposta dicendomi che mi avrebbero aspettato indipendentemente dal tempo, tanto o poco, del mio recupero completo. Non sentendo alcuna fretta di rientrare assolutamente in un limite di tempo e ascoltando il progetto ho deciso di continuare a giocare”.
Se non fosse arrivata la chiamata da Taranto avrebbe appeso le scarpe al chiodo definitivamente?
“Sì, per me era ormai finita la mia carriera. Giocherei a basket sino a 50 anni, ne sono ancora innamorata, però quando accadono infortuni del genere in categorie più basse il morale non aiuta affatto. Per Taranto era importante solo che io firmassi con loro, senza pretendere il 100% da me, soprattutto nei primi tempi. E questa era per me la proposta ideale, l’unica che potesse convincermi a scendere di nuovo in campo”.
Che responsabilità le hanno affidato sul piano tecnico, oltre che nello spogliatoio?
“Dopo i cinque anni e i titoli vinti con Taranto in A1 si è instaurato un rapporto di stima tra me e tifosi e società. Per questo il loro obiettivo era quello di rivedermi con la loro maglia, ripartendo con un progetto serio. Hanno dimostrato di tenerci a me, anche e soprattutto umanamente, non caricandomi di responsabilità. Vedremo cosa ci riserverà questa stagione: ovviamente spero di ritornare al 100% e contribuire alle vittorie della mia squadra, non so però quanto tempo ci vorrà”.
Lei aveva anche il ruolo di capitano nei famosi cinque anni con Taranto. Tornerà a rivestire questo importante ruolo?
“Questo non lo so perché non ne abbiamo parlato. E’ un ruolo molto importante, ho avuto la fortuna di ricoprirlo in quasi tutte le squadre dove ho giocato. Devo dire che era un gruppo collaudato già da tempo quando vestivo la maglia dell’Intrepida Brindisi. Per cui sarebbe anche giusto affidare questo ruolo a una giocatrice nata nella città stessa. Non è il mio obiettivo primario, a me interessa tornare in campo e dare una mano a tutte le mie compagne”.
Che progetto ha una società così gloriosa che riparte dal ‘basso’?
“Quando mi hanno contattata mi hanno spiegato che aspirano a risalire in fretta. Quest’anno parteciperemo a un campionato di serie B e C insieme, perché purtroppo non sono iscritte abbastanza squadre: quelle di B parteciperanno allo spareggio per l’A2 e quelle di C per lo spareggio per la B. Hanno richiesto alla Federazione di partecipare sin da subito alla serie B; tralasciando questo, l’obiettivo principale è di approdare in A2 in due anni. Se dovessimo ripartire dalla serie C ci tengo ad aiutarli a rilanciarsi in gironi più ambiziosi”.
A 36 anni lascia la sua città natale, Brindisi, per tornare, però, nella città che le ha regalato più gioie cestisticamente. Il legame con queste due città è differente?
“Fondamentalmente a Brindisi ho giocato poco nella mia carriera. A 16 anni mi sono trasferita a Viterbo; da lì sono tornata a giocare qui perché venne a mancare mio zio. Brindisi è la mia città, per cui sono legatissima, ma ciò che mi dispiace è che non ci sono progetti seri: quando si fa qualcosa di buono si tende a bruciarla, così non riusciamo a dare uno slancio definitivo. L’esempio è quando l’Intrepida salì in A2 e l’anno dopo retrocesse per problemi con gli sponsor. Il legame che ho con Taranto è diverso, ci ho vinto tutto in cinque anni, ho instaurato un rapporto bellissimo con tutti, quindi la sento come casa mia. Gli anni di Brindisi e Taranto sono diversi, qui sono tornata quando praticamente la mia carriera stava terminando, lì andai per vincere e soprattutto l’età sono diverse. Mi auguro che Brindisi cresca anche a livello sportivo nei prossimi anni, è davvero un peccato”.
Progetti futuri personali?
“Il mio compagno ha aperto la toilettatura per cani da cinque mesi. Mi piace anche questo nuovo lavoro. Da qualche mese alleno i bambini del minibasket dell’Invicta Brindisi. Nei miei progetti futuri rientra anche il matrimonio con Gianluigi, vedremo come calibrare il tutto”.