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L’intelligenza artificiale per lo screening del tumore a utero

La Asl Bari ha introdotto, per la prima volta in Puglia e in Italia, la diagnostica citologica digitale nell’ambito dello screening del carcinoma cervico-uterino, aprendo una nuova frontiera nella prevenzione oncologica femminile grazie all’impiego dell’intelligenza artificiale.
Lo annuncia la stessa Azienda sanitaria barese, sottolineando che la prima esperienza è stata avviata dal servizio di Citopatologia e Screening dell’ospedale “Di Venere”, inserito nel Dipartimento di Medicina di Laboratorio e Immunotrasfusionale della Asl Bari, diretto dal dottor Edmondo Adorisio.
Un passo importante, spiega l’azienda, “che pone la sanità pubblica all’avanguardia nel campo della prevenzione oncologica femminile, per l’impiego di tecnologie innovative e in virtù dei rilevanti volumi di attività: 50mila esami annui (tra Hpv test e Pap test) e quasi 1.800 casi individuati, di cui circa il 20% con lesioni di alto grado a carattere istologico (nel 2024)”.
“Usare questi strumenti avanzati per arrivare prima a una diagnosi – commenta il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano – vuol dire offrire una speranza in più alle donne, garantendo programmi sanitari di qualità. Vale per ogni patologia, ma ha un valore elevatissimo quando parliamo di prevenzione oncologica.”
Il direttore generale della Asl Bari, Luigi Fruscio, sottolinea che “con questa innovazione vogliamo offrire alle donne del nostro territorio diagnosi sempre più tempestive e accurate, rafforzando la prevenzione oncologica e il diritto all’accesso equo alla sanità pubblica.”
Il nuovo sistema si basa sull’intelligenza artificiale: attraverso algoritmi di deep learning, la piattaforma è in grado di riconoscere automaticamente le cellule anomale grazie alla digitalizzazione dei vetrini citologici. I campioni vengono letti da uno scanner dedicato, quindi salvati e archiviati in un server.
Questa innovazione consente di ridurre i tempi di refertazione, migliorare la precisione diagnostica e ottimizzare l’impiego delle risorse umane, rendendo più efficiente l’intero percorso di screening e rafforzando la capacità del sistema sanitario pubblico di offrire cure e prevenzione di altissimo livello.