Estorsioni ai dipendenti, patteggiano Magrì e la moglie

Hanno patteggiato la pena dinanzi al gup Vittorio Testi gli imprenditori Vincenzo Magrì e la moglie Maria Lucia Scatigna entrambi ai vertici della società Magrì Arreda. Il giudice ha condannato a due anni e otto mesi per Magrì e Scatigna, due anni e quattro mesi per una terza persona Luciana Piroscia, difesi dagli avvocati Massimo Manfreda e Vittorio Rizzi. I due erano accusati di irregolarità nel trattamento dei dipendenti, rubricate come estorsioni e autoriciclaggio.
Oltre ai tre, sono imputati Francesco Sternativo, 43 anni di Francavilla; Giuseppe Saracino, 46 anni, di Francavilla; i sindacalisti Giacomo Gallone, 34 anni, di Francavilla, e Cosimo Di Maria, 39 anni, di Francavilla.

L’avv. Massimo Manfreda

Sternativo e Gallone hanno chiesto il rito abbreviato, per gli altri si procederà in maniera ordinaria. Il fallimento, si è costituito parte civile con l’avvocato Ladislao Massari. Si sono costituiti anche numerosi lavoratori. Secondo l’accusa, formulata sulla base degli accertamenti della guardia di finanza del nucleo di polizia tributaria di Brindisi, Magrì, Scatigna e Piroscia, una lavoratrice, avrebbero compiuto condotte estorsive, causando danni ingiusti ai dipendenti minacciando di non assumerli o licenziarli, e quindi approfittando di una loro situazione di debolezza causato dal difficile contesto occupazionale, imponendo loro di accettare condizioni professionali peggiori rispetto a quelle previste dai contratti.