Quella maledetta capacità di farci del male da soli

di Gianmarco Di Napoli per IL7 Magazine

Ci sono immagini che da sole sintetizzano concetti. Quella che vedete pubblicata in questa pagina riesce a comunicare molto di più: è l’emblema del perché Brindisi, la nostra Brindisi, è condannata ad un eterno autolesionismo, capace di distruggere da sola quanto di buono è riuscita a realizzare faticosamente.
Nella foto si vede sullo sfondo la Msc Musica, la nave da crociera che dalla scorsa primavera, ogni lunedì, giunge nel porto di Brindisi dove fa tappa con i suoi oltre 3.200 passeggeri, buona parte dei quali approfittano della sosta per scendere e andare in giro per la città.
Il lunedì pomeriggio, all’improvviso, Brindisi si anima di questa enorme folata di turisti calati dalla nave: i corsi si riempiono come ai tempi d’oro degli imbarchi per la Grecia, le carrozze tornano come per incanto a percorrere le strade, i bus scoperti e i trenini accompagnano i passeggeri in un tour organizzato alla scoperta dei piccoli-grandi tesori che questa città offre. In piazza della Vittoria il piccolo mercatino d’oggetti artigianali mette a disposizione graziosi gadget tra cui le magliettine con la scritta Brindisi che diventeranno piccoli spot pubblicitari per la città quando verranno indossate in chissà quale parte del mondo.
Insomma, con grandi difficoltà organizzative, con i pochi quattrini a disposizione, si tenta comunque di offrire un’accoglienza dignitosa agli ospiti e possibilmente di lasciare loro un bel ricordo. Ché possano pensare di tornare un giorno, magari non solo per caso.
Nella foto, dunque, si vede la nave della Costa Crociere ormeggiata alla banchina di Costa Morena, ma in primo piano si può osservare ciò che i 3.200 passeggeri si sono trovati davanti al momento dello sbarco: non i simpatici danzatori della pizzica o le guide pronte ad accoglierli per un giro della città ma tonnellate di tondini di ferro e pani di ghisa che un’azienda locale (per altro legittimamente) stava stoccando sulla banchina. Una montagna alta in alcuni punti più di dieci metri, con tanto di motopale, camion e operai impegnati nel quotidiano lavoro del materiale destinato poi alla fusione nei forni.
E’ accaduto che per una situazione meteo non ottimale, così come più volte avvenuto in passato, si è preferito non rischiare l’ingresso della nave nel porto interno e farla ormeggiare sulla più sicura banchina di Costa Morena. Non è stato un caso eccezionale, ma una soluzione prevista e più volte adottata.
Ma l’Autorità portuale non ha mai deciso di assegnare una destinazione funzionale alle banchine, lasciando a quella del porto medio una pluralità di possibilità d’uso, alcune delle quali incompatibili tra loro, come appunto quella dello sbarco dei carichi di materiali ferrosi in concomitanza con l’arrivo dei passeggeri delle navi da crociera.
Così la prima immagine che hanno catturato con gli smartphone i 3.200 turisti non sono state le bellezze del porto ma le strane montagnole scure che qualcuno ha persino scambiato per carbone e che hanno dato il benvenuto da parte della città.
In questo non ci batte nessuno. Farci del male da soli, quando sembra di aver imboccato la strada giusta e si iniziano a vedere i buoni risultati. Per incapacità, per ignoranza, perché forse questa è la nostra cultura, purtroppo.
E’ come avere una squadra di calcio in zona promozione e mandare via l’allenatore. Ah già, abbiamo fatto pure questo.


Gianmarco Di Napoli
Gianmarco Di Napoli per IL7 Magazine