Rolex falsificati, imprenditore ostunese arrestato per autoriciclaggio

Autoriciclaggio: con questa accusa i militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Brindisi hanno sottoposto agli arresti domiciliari un imprenditore ostunese di 57 anni, già coinvolto lo scorso anno nell’indagine sulla vendita di Rolex falsificati. L’ordinanza è stata emessa dal Tribunale del Riesame di Lecce.

Il nuovo arresto è direttamente collegato all’indagine che nell’aprile dello scorso anno portò a scoprire un attività di riciclaggio di orologi di prestigiosi brand internazionali che nascondeva un complesso sistema di contraffazione e ricettazione di oggetti preziosi commercializzati in Italia ed in Europa, e aveva già portato, nell’aprile del 2018, all’arresto di 6 persone residenti nelle provincie di Brindisi, Taranto e Napoli.

Il gruppo criminale, alterava – mediante assemblaggio – pezzi non autentici con movimenti e parti originali di costosi orologi Rolex. Gli oggetti, corredati da scatole, garanzie, certificati di proprietà ed altri accessori (in modo da creare pezzi difficilmente riconoscibili da normali acquirenti, come accertato dalle perizie di famose maison di orologiere) venivano poi rivenduti, da una nota oreficeria di Ostuni ad ignari clienti.

Dopo ulteriori indagini il pm inquirente Raffaele Casto aveva richiesto ed ottenuto dal Tribunale del riesame di Lecce l’aggravamento della misura cautelare dei semplici obblighi di dimora dell’imprenditore coinvolto nell’inchiesta, per l’ipotesi di auto-riciclaggio aggravato.
La Corte di Cassazione – in Camera di Consiglio – ha dichiarato inammissibile il ricorso dell’imputato e pertanto nella serata ieri, i militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria hanno proceduto ad eseguire il provvedimento di custodia cautelare ai domiciliari emanato dal Tribunale.