
E’ legittimo che i sanitari che rifiutano di vaccinarsi siano sospesi dal lavoro senza retribuzione: con una sentenza che farà giurisprudenza nel resto dell’Italia, il giudice del lavoro del Tribunale di Brindisi ha respinto il ricorso di due infermieri sospesi il 31 dicembre dello scorso anno, condividendo dunque le ragioni della Asl che – tra le prime – ha scelto di adottare la linea dura nei confronti degli operatori sanitari no vax.
La sentenza è arrivata due mesi dopo il deposito della documentazione da parte dei due infermieri: il primo sosteneva di non potersi vaccinare a causa dell’asma, la seconda perché si era recentemente sottoposta a un ciclo di cure per altre patologie.
Il provvedimento della Asl di Brindisi era arrivato in due step diversi: nel primo chi aveva rifiutato di vaccinarsi era stato collocato in ferie forzate, poi si era passati al provvedimento più severo, quello della sospensione dal lavoro senza stipendio.
E stata così applicata nei confronti dei due infermieri e di altri tredici dipendenti della Asl di Brindisi la norma governativa che prevede l’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari delle strutture sanitarie pubbliche e private, considerando la vaccinazione un requisito essenziale per l’esercizio della professione. Essa non è obbligatoria solo in caso di accertato pericolo per la salute attestato dal medico curante.
Intanto la Regione ha inviato a tutte le Asl pugliesi l’elenco dei operatori sanitari non vaccinati residenti in ciascuna provincia. Ogni Asl entro il 2 settembre deve inoltrare una lettera di invito a vaccinarsi entro 5 giorni: in caso di rifiuti, l’operatore sanitario sarà segnalato all’Ordine di competenza e al datore di lavoro affinchè siano applicati i provvedimenti previsti. Nella provincia di Brindisi risultano circa 400 operatori non vaccinati.