“Stanno uccidendo Brindisi, svegliamoci”

Una ragazza di 25 anni ha scritto queste riflessioni sull’ultimo fatto di cronaca che pubblichiamo con grande piacere perché le riteniamo di grande interesse.

Vengo a sapere da un amico L’accaduto di ieri sera.
Un po’ ci rimango, un po’ no.
Perché insomma ormai siamo un po’ abituati. Chi è di Brindisi lo sa.

Quindi ti scrivo una lettera.

Cara Brindisi, sei la mia città, e ti amo con tutta me stessa. Ma non ti riconosco più.
Vedo una città spenta, senza colori che sta a guardare dalla finestra lentamente la sua rovina.
Le strade del centro ormai sono deserte, anche nei periodi in cui si riempiono quelle dei paesini più disparati. I locali sono pochi e gestiti male. Ed episodi come questo sono quasi all’ordine del giorno.

Perché quando non crei luoghi d’incontro, opportunità di lavoro o studio, quando non incentivi il turismo è questo ciò che ti rimane.
Il degrado. Perché questo è.
Una guerra tra poveri, dove con quattro pistolettate ci si illude di stare nel far west in qualche bel film di Bud Spencer e Terence Hill.
Ma invece qui non siamo al cinema, e non ci sono attori.
Qui un sabato sera tra amici può diventare una tragedia (per fortuna sfiorata), e gli unici titoli di coda che passeranno saranno quelli all’ingresso delle tue strade.
Vuote, abbandonate.

Scendano i lorsignori seduti sulle poltroncine rosse, e vengano a farsi due passi qui. La campagna elettorale è finita. Le promesse anche.
I problemi sono rimasti.
Con triste disincanto,
Una brindisina innamorata. #brindisi #brindisimia
Francesca Pagliara