Pranzo al sacco per i bambini: panini invece di pasti caldi, pastrocchio alla brindisina per la mensa scolastica

Una volta a scuola si andava con il panierino, ora è il momento del pranzo al sacco. Per almeno una settimana, i bambini delle scuole d’infanzia ed elementari di Brindisi, si dovranno accontentare di un pasto freddo composto da due panini imbottiti, una crostatina e un succo di frutta forniti dalla “Markas”, l’azienda che grazie a una sentenza del Consiglio di Stato ha vinto la gara d’appalto a Brindisi estromettendo la Ladisa, ma che non è dotata di un proprio centro di cottura in loco e che non sarà realizzato prima dell’1 marzo prossimo.

Il gran pasticcio compiuto dal Comune nella realizzazione del bando per la gestione della mensa si ripercuote sui bambini e sulle loro famiglie che anche venerdì 9 gennaio saranno senza pasto e che probabilmente da lunedì potranno godere del surrogato offerto dalla Markas che in questi giorni si sta affannando a cercare un centro cottura provvisorio.

Le famiglie avranno un’alternativa: se il cestino da viaggio non è gradito potranno riprendersi i bambini, farli pranzare a casa e riportarli nel pomeriggio a scuola. Una gran comodità.

E’ quanto deciso nell’affollato e animato incontro svoltosi questo pomeriggio a palazzo di Città in un “comitato mensa” coordinato dalla preside Elvira D’Alò e al quale hanno partecipato rappresentanze di genitori e docenti, oltre all’assessore alla Pubblica istruzione, Gioacchino Margarito, e a un rappresentante della Markas.

Quest’ultimo si è impegnato a fare in modo che dall’altra settimana l’azienda sia nelle condizioni di preparare pasti caldi a Brindisi prendendo in affitto una delle cucine rimaste inutilizzate in città.

Dal canto suo il Comune minaccia azioni legali contro la Ladisa, la ditta che ha gestito l’appalto sino al 31 dicembre e che ha risposto picche alla richiesta dell’ente di mettere una pezza all’impreparazione della Markas che ha presentato sì ricorso al Consiglio di Stato ma che poi si è fatta trovare non pronta a espletare il servizio.

Di tutto questo caos pagano dazio le famiglie e i bambini che non potranno consumare, in questi giorni di freddo intenso, pasti caldi.