
Adele Galetta per Il7 Magazine
Un programma fitto di incontri, festa e tanta musica. Ma soprattutto la possibilità di divertirsi, giocando liberamente e gratuitamente. Anche quest’anno le strade di Ceglie Messapica accoglieranno il “Festival dei Giochi” (in programma dal 27 al 30 giugno) che anima il centro storico della città messapica da ben 15 anni.
Una bella occasione per riflettere sul senso dei giochi tradizionali oggi, all’epoca del web e dei videogiochi, e sul loro valore per il territorio e per la comunità ma, soprattutto, per dare fede, anche, quest’anno, al Patto di Collaborazione, “Il Gioco come Bene comune”, ovvero riconoscere il valore del Gioco come strumento di aggregazione, marcando una netta linea di separazione con altre forme di non-gioco che nulla hanno a che fare con lo spirito che da sempre lega i giochi di strada alla cura e alla valorizzazione delle relazioni all’interno di gruppi sociali.
Mirko Lodedo, musicista e compositore, per il quindicesimo anno vestirà i panni del Capo banditore che, alla testa del corteo del Piccolo popolo, raggiungerà Piazza Plebiscito e la torre dell’orologio dove sonnecchia lo Spirito del Centro storico, guardato a vista dal Custode che altro non teme se non che lo Spirito si svegli disturbando la sua quiete.
Il coriaceo custode difende a denti stretti e argomentazioni improbabili la chiave d’accesso alla città vecchia.
Ogni anno, dunque, Custode e Capo banditore si fronteggiano in una schermaglia verbale, in cui il primo sottopone il secondo a prove di ingegno e di abilità.
Riusciranno anche quest’anno a strappare la Chiave del centro storico al custode?
“Speriamo di si – racconta Mirko – la cerimonia inaugurale è sempre un momento suggestivo nel Festival, dove tutto prende forma. Anche quest’anno, come si evince dalla locandina del nostro artista Giuseppe Balestra, abbiamo voluto dare un tema al Festival: l’ulivo sarà il nostro simbolo, parleremo di esso sottolineando la sua forza identitaria. Lo abbiamo immaginato come il padre di Ludovico che è la nostra mascotte. E la nostra Torre ottocentesca sarà il nostro albero di ulivo”.
L’ albero della cuccagna giganteggerà, ancora, con i suoi 10,5 metri di altezza in piazza Sant’Antonio, patrimonio materiale messo a disposizione dall’associazione “Acrobati della Cuccagna” in trasferta da Bergamo.
Una fune di 150 metri collegherà, invece, le squadre concorrenti che si fronteggeranno nel Grande tiro alla fune fra la chiesa di San Rocco e piazza Sant’Antonio.
Il gigantismo che caratterizza i giochi di Casarmonica trasformerà i calcio balilla canonici nel Biliardone umano.
La grande gara dei carrettoni vedrà grandi e bambini fronteggiarsi in spericolate discese all’interno della casa municipale.
Ed ancora, le petrudde e li curr.
“La convinzione di portare avanti questo Festival c’era già dalla prima edizione – continua Lodedo – siamo partiti con appena un centinaio di bambini che abbiamo formato attraverso un Centro estivo, altrimenti non avremmo avuto utenti e siamo arrivati a registrare numeri inaspettati. trenta mila le presenze registrate l’anno scorso, di gente che in quei giorni arriva da ogni parte della Puglia e non solo. Il momento più bello della prima edizione che ricordo con forza è il suono dei cuscinetti a sfera sull’asfalto e credo sia stato il gioco che abbia smosso i genitori e famiglie intere che da quell’anno hanno cominciato a costruire il carrettone per la gara. Certo, ci sono stati momenti difficili nei quali abbiamo, anche, pensato di non continuare. Poi c’è stato l’incontro con il Tocatì di Verona dove abbiamo portato il gioco delle stacchje e lì abbiamo scoperto un mondo che ci ha incoraggiati”.
Il Festival dei Giochi è un laboratorio a cielo aperto che continua a vivere per far riflettere sulla dimensione del ludico e sui suoi effetti legati alla comunità.
Perché, di fatti, Ceglie Messapica in quei giorni è una città diversa dove strade, vicoli, piazze cambiano anima e diventano spazio di condivisione fino a tarda notte.
“Il Festival ha un ruolo ed una forza importanti – continua Mirko – è possibile grazie al tesoro umano dei volontari, energie giovani che coinvolgono il pubblico, sia nei giochi della tradizione che in quelli più contemporanei come il Torneo di FIFA. In questi anni abbiamo visto giocare insieme preti e suore, politici durante le campagne elettorali, perché il gioco vero è quello fatto in compagnia, per il puro spirito di divertirsi. Per questo, anche, quest’anno avremo “La partita della salvezza” prima della quale gli Amministratori delle città che hanno dimostrato interesse per il nostro Festival, come Cisternino e Martina Franca dove ci saranno delle anteprime, si impegnano affinchè il gioco riacquisti il suo spazio pubblico, conquisti gli spazi sociali nella quotidianità. Il gioco come atto libero il più possibile slegato da dimensioni commerciali”.
Un Festival, quindi, che vuole generare delle ricadute sociali positive prima e dopo e che faccia ripensare gli spazi pubblici in una dimensione ludica.
Ma è un Festival che guarda oltre i propri confini.
È già pronto a far giocare i cittadini di Conversano, ad esempio, e si candida a diventare il Festival ludico della Valle d’Itria grazie alla collaborazione con “La Ghironda”.
“Abbiamo iniziato giocando- conclude Mirko Lodedo – ma ci siamo resi conto che abbiamo nelle mani uno strumento forte capace di trasformare i nostri territori in luoghi di aggregazione dove giovani e anziani, donne e uomini, italiani e stranieri sono desiderosi di incontrarsi e, ovviamente, di giocare”.