Cimitero, il Comune batte cassa per i box dei fiorai: 4 anni per acquistarli

Lucia Pezzuto per il7 Magazine

Il Comune di Brindisi batte cassa e mette in vendita anche i box dei fiorai nei pressi del cimitero comunale, quattro anni di tempo per decidere di acquistarli con diritto di prelazione, altrimenti fuori tutti. Sono preoccupati i titolari di concessione dei locali comunali nei pressi del cimitero, il Comune ha annunciato la vendita dei box dove attualmente i commercianti si dedicano alla vendita di piante e fiori. Sono oltre una decina le persone, con famiglie a carico che rischiano di perdere la propria attività. Nelle ultime settimane tutti hanno ricevuto una lettera nella quale si annunciano le nuove disposizioni soprattutto in materia di regolarità dei pagamenti.
Nella missiva si legge che: “l’Amministrazione comunale sta provvedendo alla verifica delle regolarità delle concessioni e alla rivalutazione dell’ammontare del canone di concessione il cui ultimo adeguamento risale alla deliberazione del 1994….inoltre si intende portare a conoscenza che l’immobile a lei concesso è stato inserito nel piano di alienazione degli immobili comunali approvato con atto deliberativo del 31/12/2919. Per tale motivo si comunica sin da ora che la concessione del bene non sarà rinnovata alla naturale scadenza contrattuale, fatta salva la eventuale decadenza o nullutà del rapporto concessorio che dovesse essere rilevata all’esito delle verifiche volte all’accertamento della regolarità della concessione”.
Quindi, ricapitolando, il Comune avvia gli accertamenti sulla regolarità dei pagamenti in merito alle concessioni degli immobili comunali ad uso commerciale. Gli irregolari perdono la concessione, in ogni caso si rischia di perdere l’attività perchè gli immobili sono stati messi in vendita e se non si è in grado di esercitare il diritto di prelazione acquistando il locale i fiorai saranno costretti ad andare via. In viale Arno vi sono poco più di dieci fiorai che si tramandano questo mestiere da generazioni. La signora Elena Bertone è una di questi: “Faccio questo lavoro da 45 anni e prima di me lo faceva mio padre”. Quando si entra nel suo negozio, l’ultima della fila lungo le mura di cinta del cimitero, si può ammirare una gigantografia in bianco e nero di quella che era in origine l’attività del padre. Un grande gazebo con decine di vasi di fiori distribuiti sul piazzale da cui si ha accesso al campo Santo. All’epoca, anni 60’ /70’, tutti i fiorai della zona lavoravano in piccole strutture di metallo, chioschetti che in un certo qual modo rendevono il luogo piuttosto pittoresco. Una decina di anni fa il comune di Brindisi ha ultimato i lavori di ampliamento e ristrutturazione del cimitero ed in linea con il decoro pubblico ha deciso di eliminare i chioschetti e sostituirli con dei box realizzati lungo le mura di cinta dello stesso.
I fiorai sono stati così trasferiti ed hanno proseguito la propria attività in questi spazi per i quali sono legittimi concessionari. Ciascuno di loro paga circa 245 euro di canone mensile oltre a tutte le utenze. Una cifra in linea, bisogna dirlo, con quello che è il mercato immobiliare nella zona. La concessione si rinnova ogni sei anni e fino qualche tempo fa in modo automatico. Ora, evidentemente, le cose sono cambiate, il drammatico tracollo finanziario del Comune e lo stato di predissesto hanno imposta all’Amministrazione Comunale scelte drastiche che al momento stanno pesando sulle fasce più deboli della società. I fiorai del cimitero devono, infatti, fare i conti con mille difficoltà, una di queste è lo stato di degrado degli stessi immobili, le cui riparazioni, stando a quanto riferiscono i tecnici del Comune , sarebbero a loro carico. “ C’è umido dappertutto, le pareti trasudano acqua- racconta Lucietta Fioretti- qui dentro non si può stare e stiamo rischiando di ammalarci”. In effetti non ci vuole molto a capire in che condizioni versano questi box. La pittura si stacca dalle pareti dove si intravedono enormi aloni grigi, è l’acqua che affiora, non solo vi sono macchie di umido anche sul pavimento, nell’insieme non è un bel vedere. Dell’umidità ne risentono anche i fiori che marciscono prima per non parlare dei danni all’arredo e alle cose in generale. La signora ci mostra una scatola piena di pile, di torcioni, ancora confezionati, dove l’umidità ha corroso tutto. Qui ognuno si arrangia come può, accendendo stufe e termoventilatori nella speranza di asciugare l’acqua ma senza grossi risultati, visto che i problemi sono strutturali. “Il Comune dice che dobbiamo pagare noi la manutenzione dei locali- dice ancora Lucietta- ma ci vogliono troppi soldi e non è possibile”. Intanto anche la notizia della vendita fa il giro e solleva parecchie perplessità. “Oggi non so dire se convenga o meno acquistarli, certo è che dobbiamo lavorare e andare avanti- dice la donna- se ci sbattono fuori come faremo?”
Il Comune ha deciso di fare un bando per la vendita di questi immobili, dopo una valutazione del Catasto. Sarà stabilita una base d’asta ma sarà anche dato il diritto di prelazione agli attuali occupanti. “Ci sono tante cose da valutare- dice Lucietta- non so se convenga acquistarli o meno, molto dipende da quanto il Comune chiederà. Io tra qualche anno andrò in pensione e fare un mutuo in questo momento non so se ne vale la pena. Deciderò quando sarà il momento. Ma è anche vero che questi immobili sono messi male e sarebbe necessario fare dei lavori prima”. Il problema dell’acquisto è comune a tutti i fiorai che svolgono questa attività tra mille difficoltà. Le vendite non sono eccezionali e se si considera che da maggio ad ottobre la gente preferisce i fiori artificiali a quelli freschi, viste le temperature estive, si può facilmente comprendere quante perplessità abbiano. Non solo, bisogna anche tener conto che se qualcuno dovesse offrire una somma maggiore alla base d’asta l’immobile sarà tolto comunque all’attuale concessionario a meno di non pagare lo stesso prezzo esercitando il diritto di prelazione. Insomma la situazione è complessa anche se l’assessore comunale alle Attività Produttive, Oreste Pinto, cerca di tranquillizzare tutti: “Non vogliamo cacciare nessuno- dice- ne tantomeno abbiamo intenzione di lasciare queste famiglie senza un lavoro. Vedremo di trovare una soluzione” .