di Daniela Napoletano per IL7 Magazine
Troppo semplicistico affermare che Carmine Solida, scomparso il 9 agosto scorso alla veneranda età di 94 anni, è colui che insieme alla moglie Cosima Petruzzi ha inaugurato e condotto per cinquant’anni il negozio di tessuti e stoffe “La Parisiana” in viale Commenda 37. Laddove adesso c’è il negozio della fabbrica di occhiali Off.
Carmine Solida non è solo lo scaltro e il commerciante vecchio stampo, originario di Tuglie nell’entroterra del versante ionico del Salento (dove era nato il 17 luglio del ’23), che ha fatto fortuna a Brindisi e trasformato un originario negozio di tessuti in uno di abbigliamento raffinato e ricercato, una “nicchia” insomma, come ama definirlo il figlio Fabrizio, che in seguito prese le redini dell’attività familiare per vent’anni. Carmine Solida era un uomo dalla statura minuta, “affascinante e che sapeva farci con i clienti”, che ha cominciato a rimboccarsi le maniche a soli sei anni, quando andò a lavorare in campagna col padre Cosimo.
“Erano nove figli, vivevano in una modesta casa di Tuglie”, ricorda Fabrizio, figlio unico di Carmine Solida e Cosima Petruzzi. “Seguì in campagna il suo papà, che costruiva muretti a secco”. Dei nove Solida ne è sopravvissuta una, che vive tuttora in Francia. “Mia nonna, Maddalena Pede, era quella che un tempo veniva chiamata la matrona, che guidava la numerosa famiglia, il fulcro di casa insomma”.
Nel periodo della Guerra, Carmine Solida era a Roma, faceva il soldato e visse –comprensibilmente – svariate traversie (era al porto di Bari quando il capoluogo pugliese fu bombardato dagli inglesi). “Mio padre aveva un carattere straordinario, sapeva farsi volere bene da tutti, prova ne fu che quando era soldato a Roma entrò nelle grazie di un tenente colonnello dell’Aviazione e ne divenne attendente, cioè fu incaricato del servizio personale di questo ufficiale, dal fargli da cuoco, a segretario, e via discorrendo”.
Carmine Solida era un uomo molto intraprendente: “La sua dimensione e la sua cifra di uomo volitivo lo portarono a emigrare, come tanti italiani negli anni ’50, per lavorare in una miniera di ferro in Francia. Ci andarono anche alcuni suoi fratelli, a cercare fortuna. Mio padre lavorò in miniera per tredici anni, era a cottimo, cioè chi più estraeva più guadagnava, lui era quasi sempre tra i primi”.
In Francia conobbe Cosima Petruzzi, anche lei originaria di Tuglie, era “un’artigiana sopraffina del cucito”. Si sposarono, racimolarono un gruzzoletto, e alla prima occasione tornarono in Italia. “Un fratello di papà era entrato in Aeronautica, era a Brindisi, disse a mio padre che qui c’era una buona opportunità così i miei lasciarono la Francia”.
Carmine e Cosima si fecero una piccola casa quando la Commenda era ancora tutta campagna. Aprirono il negozio che presto divenne punto di riferimento in città. “Pian piano dopo aver acquistato il negozio e qualche piccola altra proprietà, fecero il salto di qualità, passando dalla vendita di tessuti a quella dell’abbigliamento”.
Nacque ‘La Parisiana’, un negozio durato ben 50 anni: il nome deriva “dal negozio ‘Parisiana’ che si trovava in Francia a Villerupt, al confine con il Lussemburgo”, il cui nome è stato italianizzato dai coniugi Solida.
“Mio padre non aveva l’eleganza innata di Lino Schena, non aveva l’estro di Saul, non aveva il piglio di Lucio Greco, ma era ricco di semplicità e umanità. Dal nove agosto se n’è andato lasciando un grande vuoto. Sono tante le dimostrazioni d’affetto e ammirazione nei suoi confronti che tuttora ricevo”.
Risale a una decina d’anni fa, quando “La Parisiana” era gestita da Fabrizio, la decisione di chiudere: “E’ stato mio padre a convincermi a farlo, non potevamo più andare contro le grosse distribuzioni, abbiamo regalato tutto ciò che c’era in negozio”.
Negli ultimi dodici anni Fabrizio Solida si è preso cura del suo papà che era rimasto solo: “Ha vissuto una buona vecchiaia, aveva i suoi acciacchi, normali data l’età avanzata, ma è sempre stato coerente con le sue idee e geloso della sua privacy, per me non è stato semplice gestirlo”.
Adesso Fabrizio fa l’agente immobiliare: “Fino a qualche anno fa ero un orso, ma non puoi esserlo facendo questo mestiere. Ho due figli all’università da portare avanti. Ho fatto tesoro di tutti gli insegnamenti che mi ha trasmesso mio padre, ho cercato di essere come lui, e devo dire di essere soddisfatto dei risultati raggiunti, avessi intrapreso prima questa carriera”.
E’ così, nel quotidiano operato del figlio Fabrizio, che continua a vivere l’esemplare commerciante di una volta, Carmine Solida.