Dormite sonni tranquilli, qui ci siamo noi

L’Italia s’è fermata dinanzi ai feretri di due agenti di polizia, le cui salme, composte sotto il tricolore, testimoniano quel mare di valori che ci vede uniti, in uno sforzo comune di vivere per il bene, facendo il bene, volendo il bene.
Sono appena terminati a Trieste i funerali di Stato di Pierluigi Rotta e Matteo Demenego, i due poliziotti uccisi lo scorso venerdì 4 ottobre nella sparatoria verificatasi nella Questura della città giuliana, quando decido che nel mio piccolo e da questo foglio, io potessi condividere il cordoglio ed il pensiero carico di emozioni e di suggestioni, appena vissute grazie alla diretta televisiva.
Un lungo applauso ha salutato le due salme sul grato della chiesa Sant’Antonio Taumaturgo, dove si sono svolte le esequie dopo la camera ardente allestita martedì 14 ottobre, nell’atrio del palazzo della Polizia. La cerimonia è stata officiata dal vescovo di Trieste, ma già all’arrivo dei feretri gli applausi davano suono ai sentimenti, mentre commossi entravano in chiesa gli uomini della squadra volanti. Tutta Trieste si è fermata per stringersi alle famiglie degli agenti e a tutte le forze dell’ordine presenti dopo quello che è successo lo scorso 4 ottobre.
Una folla di curiosi si è riversata per strada per seguire il corteo funebre, trasmesso in diretta sui canali social della Polizia di Stato, sul sito ufficiale e su Rai 1.
La preghiera di tutti, il pensiero corale che ha fermato il Paese divenendo prova dell’affetto mostrato da un’intera nazione nei confronti di questi giovani poliziotti, le loro famiglie e a tutta la Polizia di Stato a simbolo di un sacrificio che non resti vano.
A Brindisi, a mille chilometri, ma con un medesimo sentimento, le volanti dispiegavano le loro sirene in piazza Vittoria gridando il lamento di dolore, nascondendolo nel medesimo suono, quello che rassicura la popolazione e che segnala la presenza di una volante per le strade e tra la gente.
Terminata la cerimonia, le due salme sono alla volta dei paesi d’origine degli agenti, Rotta verso Pozzuoli e Demenego in direzione Velletri, per l’addio davanti ai loro concittadini.
Concittadini di Pierluigi e Matteo, lo siamo tutti e tutti siamo rimasti interdetti dinanzi ad una morte che ci complica i pensieri, che mortifica ogni sentimento.
Son morti facendo il loro mestiere, facendolo al meglio della loro professionalità, al meglio dei mezzi e degli strumenti, non sempre adeguati.
Fa male a tutti saperci vulnerabili nella compagine a cui rivolgiamo ogni giorno il pensiero grato. Fa male considerare che i luoghi di lavoro dei nostri uomini delle forze dell’ordine, possano divenire teatro di morte.
Monsignor Crepaldi, durante l’omelia ha detto: “Siete stati vittime di una follia che vi ha privato del futuro ricco di progetti e di sogni”.
Dinanzi alle massime cariche dello Stato, ai cittadini riunitisi nella chiesa ed affollato la città di Trieste come le piazze di ogni città d’Italia, tutti abbiamo dato il giusto e doveroso riconoscimento per il servizio che questi figli hanno reso alla Patria con il sacrificio della vostra vita.
Il presule, ha voluto accarezzare il tema caro ai due poliziotti; “Cari Matteo e Pierluigi, ho visto il video in cui eravate felici e invitavate i cittadini a stare tranquilli perché c’eravate voi a proteggerli. Trieste vi dice grazie: per noi resterete sempre figli delle stelle”.
Moltissimi hanno visto quel video, a me riportavano alla memoria le coppie celebri dei film polizieschi di 40 anni fa, scapricciatielli, ma con la consapevolezza del ruolo importante che ogni volta sapevano come condurre, in ogni intervento, in ogni azione.
E così è stato nel luogo più sicuro e a tradirli, l’amica inseparabile, non la compagna, lo strumento di cui sapevano che fare, ma certo a mancare non potevano pensarlo proprio, doveva essere proprio quell’affare che a chiamarla fondina, ora fa un po’ rabbia.
Sono morti per mano assassina di un balordo di mente, di un sofferente, figlio di un margine di società inquieta.
Tutto, ma proprio tutto, nelle parole del Questore Petronzi: “Salutiamo la volante all’ultima uscita”
Non è riuscito a trattenere le lacrime, tradito dall’emozione, forse meglio dire, facendo vincere l’enorme commozione che è bagaglio di ogni brava persona.
“La forte partecipazione di questi giorni – ha detto il Questore – è attestato di vicinanza alle famiglie e di considerazione per il vostro quotidiano e silenzioso servizio. Vi ringraziamo per questo, Pierluigi e Matteo. Preserveremo la loro memoria e del loro lodevole servizio. Il dolore è inevitabile. Arrendersi sarebbe per sempre. Saluto la volante 2 alla sua ultima uscita con le stesse parole che i nostri figli delle stelle usavano all’inizio del servizio: Dormite sogni tranquilli, qui ci siamo noi”.