di Giovanni Membola per il7 Magazine
è trascorso giusto un secolo da quel 12 novembre 1918, quando il Comandante in Capo della Forze Navali Mobilitate, ammiraglio Paolo Emilio Thaon di Revel, comunicò da Brindisi, al mondo intero, la vittoria della guerra marittima condotta nell’Adriatico e la resa della flotta dell’Impero austro-ungarico.
L’ultima e decisiva azione militare del conflitto sui mari fu la conquista del porto albanese di Durazzo, divenuta importante piazzaforte navale austriaca. All’operazione parteciparono 32 unità navali italiane, ovvero l’intera flotta di base a Brindisi guidata personalmente da Thaon De Revel, che volle alzare il suo vessillo sulla corazzata Dante Alighieri, unitamente alle 23 unità navali britanniche e le 4 unità subacquee francesi. “Un lungo ed imponente corteo di navi lasciò la base di Brindisi alle prime ore dell’alba del 2 ottobre – racconta lo storico brindisino Giuseppe Teodoro Andriani – dopo mezzogiorno, avendo permesso ad una nave ospedaliera di prendere il largo, iniziò il cannoneggiamento della base, che fu bombardata anche dall’alto da ondate successive di numerosi aerei, 47 italiani e 38 britannici”. L’attacco provocò gravi danni alle strutture e alle fortificazioni austriache realizzate durante i tre anni di permanenza, inoltre furono affondate un gran numero di navi nemiche presenti nel porto, sia militari che mercantili. L’azione bellica durò complessivamente circa tre ore, quindi tutte le navi della flotta rientrarono alla base di Brindisi “che riprese il consueto animatissimo aspetto”. Il 10 ottobre le ultime unità austroungariche lasciarono Durazzo, che fu occupata dagli italiani il 16 ottobre seguente.
La marcia via terra delle truppe italiane divenne inarrestabile, mentre il nemico arretrava su ogni fronte. La resa dell’impero austro-ungarico si completò il 3 novembre con l’armistizio siglato nella villa del conte Vettor Giusti del Giardino a Padova, che pose fine alle ostilità. La guerra, per l’Italia, era terminata e vinta. Fu il capo di Stato Maggiore Armando Vittorio Diaz, il giorno successivo, a comunicare la fine dei combattimenti con lo storico bollettino della vittoria, un documento che esaltava il successo italiano su quello che “fu uno dei più potenti eserciti del mondo”. L’autore materiale del testo, riportato e scolpito sul marmo del Complesso Monumentale del Vittoriano a Roma, sarebbe stato il generale Domenico Siciliani, responsabile dell’Ufficio stampa e propaganda del Regio Esercito.
A questo comunicato seguì l’Ordine del giorno n. 38 a firma del comandante supremo della Regia Marina Thaon di Revel, noto come il ”Bollettino della Vittoria Navale”, emesso proprio da Brindisi, sede della base navale del basso Adriatico da dove l’ammiraglio diresse quasi tutte le operazioni militari della Marina.
Pare ormai confermato che, anche in questo caso, l’autore del testo sia differente dal sottoscrittore: dagli studi svolti nel 1996 dal ricercatore Guglielmo Salotti sarebbe emerso che l’artefice del contenuto sia stato in realtà il noto poeta, e all’epoca maggiore della Regia Aeronautica, Gabriele D’Annunzio.
Dalla lettura e catalogazione dei documenti custoditi presso la Fondazione Spadolini di Firenze, donati allo storico del fascismo Renzo De Felice da Clorinda Thaon De Revel, figlia del grande ammiraglio e moglie dal Capitano di Corvetta Mariano Imperiali duca di Francavilla Fontana, risulterebbe che l’ammiraglio chiese in maniera del tutto riservata al D’Annunzio di redigere un testo per “magnificare la vittoria navale italiana, da rendere poi pubblico”. Il 2 novembre 1918, due giorni prima dell’armistizio, il celebre “Vate” fece giungere a Thaon di Revel una busta con sopra scritto ”riservatissima” all’interno del quale vi era un documento autografato con la dedica ”Ai vincitori”. Il testo sarebbe poi stato modificato ed abbreviato in alcune parti prima di essere divulgato come il famoso ”Bollettino della Vittoria Navale”. La bozza redatta dal D’Annunzio, ispirata dall’eroismo dei marinai italiani durante il primo conflitto mondiale, conteneva anche alcune parti polemiche nei confronti del nemico sconfitto, pertanto in accordo con il re Vittorio Emanuele III, il contenuto sarebbe stato epurato da ogni accenno alla potenza austro-ungarica.
Il testo dell’Ordine del Giorno del Comando delle Forze Navali Mobilitate che celebra la vittoria della guerra marittima condotta in Adriatico, è inciso su due targhe in bronzo collocate a Livorno, una all’interno dell’Accademia Navale di Livorno e l’altra al palazzo del Comune del capoluogo toscano. A Brindisi invece fu realizzata dal noto scultore brindisino Edgardo Simone, e collocata sulla facciata dell’edifico che unisce la Dogana e la Capitaneria di Porto sul lungomare Regina Margherita dove ancora oggi la si può ammirare, la “targa brindisina della vittoria” in bronzo, dove è riportata “la splendida motivazione con la quale fu concessa alla città di Brindisi la croce al merito di guerra”.
Il contributo della città di Brindisi alla Grande Guerra fu notevole: 207 azioni navali e aeree nel porto e nel cielo, 30 incursioni aeree nemiche durante le quali ben 600 bombe furono lanciate sulla città e 14 apparecchi nemici vennero abbattuti nel suo cielo, 227 unità italiane e 26 estere concentrate contemporaneamente nel porto insieme a 213 idrovolanti.
“Molti furono i militari brindisini che parteciparono alla tremenda guerra del 1915-18 – ricorda ancora il prof. Andriani – alcuni rientrarono, ben 212 purtroppo non fecero ritorno alle proprie case”. Tra loro lo studioso brindisino ha voluto ricordare tutti i decorati: il tenente Ruggero De Simone, originario di San Pietro Vernotico (medaglia d’oro al valor militare), Nicodemo Faggiano, Ettore Guadalupi, Enrico D’Errico, Ruggiero D’Errico, Archimede Gatti, Cosimo Guadalupi, Giuseppe Lamarina, Francesco Lazzaro, Luigi Martinesi, Pasquale La Bruna e Domenico Lo Prete (medaglia d’argento al v.m), Orazio Allegretti, Liberato Felline, Francesco Greco, Francesco Guadalupi, Luciano Taurisano, Giacinto Cristofaro, Giovanni Delle Grottaglie, Vittorio De Mitri, Cosimo De Tommaso, Giuseppe Doria, Giuseppe Favia, Luigi Saponaro, Pietro Caramia, Damiano Manfredi, Federico Briamo e Salvatore Briamo (medaglia di bronzo al v.m.), Cosimo Bagnato, Giulio Ardito e Vincenzo De Carlo (Croce di guerra), Francesco Andriani (decorato con medaglia d’argento e di bronzo al v.m.), Ettore Ciciriello (decorato ben quattro volte con medaglie d’argento al v.m.), Giovanni De Anna (decorato con Croce di guerra, medaglia d’argento e di bronzo al v.m.), Giuseppe Lavina (decorato due volte con medaglia di bronzo al v.m.), Corradino Panico Scarcinella (decorato con medaglia d’argento e di bronzo al v.m.).
Il testo del ”Bollettino della Vittoria Navale”
Marinai!
La guerra marittima condotta in Adriatico in unione a reparti degli Alleati e degli Stati Uniti col più costante e sagace ardimento nella ricerca dell’avversario in mare aperto e dentro i muniti porti è finita entro Pola con uno dei più luminosi esempi dell’eroismo italiano. Dal primo all’ultimo giorno, Voi avete perseverato in una lotta senza tregua supplendo al difetto dei mezzi ed alla gravità dei molteplici compiti, con una vigoria, con una audacia sempre più pronte e ferme. Tutti gli italiani conoscono i nomi dei singoli eroi e delle vittorie fulminee, ma non a tutti è nota l’opera silenziosa, aspra, generosa, compiuta in ogni ora, in ogni evento, in ogni fortuna, quando solamente una assoluta dedizione al dovere poteva superare l’imparità delle condizioni e la durezza degli ostacoli. Sappia oggi la Patria, di quanti sforzi ed eroismi ignoti è fatta questa sua immensa Gloria. Consideri come due volte la Vittoria abbia preso il volo e l’augurio dal gorgo ove le più potenti navi nemiche scomparivano: da Premuda al Piave, da Pola a Trieste e Trento. La grande nave colata a picco nel porto di Pola fu più che un presagio. Nel suo nome stesso ostentava la vecchia menzogna delle forze, non riunite ma coatte. La duplice dissoluzione è avvenuta. Come più non esiste l’esercito, così la flotta Imperiale non esiste più.
Onore sempre a Voi tutti onesti e prodi Marinai d’Italia
Brindisi XII NOVEMBRE MCMXVIII
Il Comandante in Capo delle Forze Navali Mobilitate
Thaon di Revel