di Lucia Pezzuto per il7 Magazine
Imprenditori e piccoli commercianti che non riescono a pagare affitti e bollette, braccianti che hanno perso il lavoro, famiglie con figli a carico che non hanno un tablet per seguire le lezioni a distanza, sono questi i nuovi poveri, quelli che ogni giorno si rivolgono alle parrocchie e alla Caritas per chiedere aiuto. Dall’inizio della pandemia ad oggi il numero delle persone disperate è aumentato di un terzo e con il prolungarsi dell’emergenza sanitaria la situazione sembra destinata a peggiorare. Oggi la fotografia di questo disastro emerge dalla Caritas Dicesana e dalle parrocchie della città di Brindisi che quotidianamente raccolgono le richieste di aiuto di persone che faticano a sopravvivere. A parlarne è Don Andrea Giampietro, che a soli 33 anni dirige da settembre scorso la Caritas Diocesana di Brindisi. Don Andrea in pochi mesi ha visto crescere esponenzialmente il numero delle persone che si rivolgono alla Caritas e alle parrocchie in generale per chiedere un aiuto. Nella sede di via Conserva i volontari sono passati dal preparare 120 pasti al giorno a 180 e nelle parrocchie sono aumentati di un terzo le persone che chiedono generi alimentari ma soprattutto un aiuto economico per pagare affitti e bollette.
Don Andrea, che cosa sta succedendo. Che questo sia un periodo difficile per tutti lo sapevamo, ma cosa è cambiato dall’inizio della pandemia ad oggi?
“La situazione è molto difficile e in questi mesi non solo le famiglie che erano povere lo sono diventate ancora di più ma ci sono anche tanti altri nuovi poveri, categorie che prima riuscivano ad sopravvivere ma ora non riescono ad andare avanti. Le richieste di aiuto sono aumentate di un terzo, e quando parliamo di richieste dobbiamo sganciarci dall’idea tradizionale che ciascuno ha, è riduttivo pensare solo alla mensa. La gente non chiede generi alimentari, o per lo meno non solo.
Oggi ci sono tante persone che fanno parte della categoria dei nuovi poveri, persone che per dignità non si avvicinano facilmente alla Caritas ma sono comunque costrette a rivolgersi alle parrocchie per avere aiuti di varia natura. Chiedono aiuto per pagare le bollette , gli affitti, per avere un pacco alimentare perché hanno i figli in casa e non riescono ad arrivare alla fine del mese. Addirittura chiedono aiuto per poter aver un tablet da far utilizzare ai bambini per la didattica a distanza”.
Lei monitora ed ha il polso della situazione tanto a Brindisi quanto nella provincia, cambia qualcosa spostandosi da un comune ad un altro?
Certo, è necessario fare una distinzione perchè la situazione cambia molto tra la città e i paesi. Nei paesi la situazione è più critica. Alcune parrocchie si sono organizzate facendo assistenza a domicilio. A Mesagne la Casa di Zacheo fornisce pasti a circa 70 persone al giorno, prima erano al massimo 15 le persone che chiedevano qualcosa da mangiare. Si tratta di gente che ha perso il lavoro in questi mesi di pandemia perché non aveva un contratto regolare, soprattutto gente che veniva impiegata nelle campagne. Molti loro prova imbarazzo a recarsi nelle mense ed allora preferisce il pranzo d’asporto. Le comunità parrocchiali si danno da fare ma non è semplice. La gente prima era più disposta a donare ed aiutare gli altri. Ora c’è un senso di stanchezza diffuso”.
Ma quali sono le categorie che subiscono maggiormente questo periodo di crisi, in poche parole, chi sono i nuovi poveri?
I nuovi poveri sono persone che non ti aspetti, gente che sino a qualche mese fa aveva un lavoro, un’attività. Tra le categorie più provate ci sono i negozianti e ristoratori che hanno perso la propria attività o che faticano a tenerla aperta. I ristori, i bonus non sono mancati ma non tutti sono riusciti ad averli. Così molti piccoli imprenditori si rivolgono alle parrocchie. Hanno piccoli negozi, botteghe che si tramandano in famiglia da padre in figlio e chiedono una mano per pagare affitti e bollette. In questi mesi sono state organizzate tante raccolte fondi . Ma tra la prima e la seconda ondata della pandemia la situazione è cambiata. E’ cambiata da un lato perché ci sono tanti nuovi poveri e dall’altro perché la gente è stanca, bisogna sollecitarla affinchè sia disponibile a donare. In questi mesi è cambiato l’approccio al problema della povertà. Fortunatamente presso le nostre strutture si presentano anche tanti volontari, ci sono forze nuove, disponibili ad aiutare. Ma poi bisogna trovare le risorse e ben vengano le iniziative anche dei singoli cittadini che si adoperano per raccogliere generi alimentari o aiuti economici per dare una mano. Una negoziante brindisina è riuscita a salvare la propria attività proprio grazie alla generosità dei suoi concittadini. La donna era in difficoltà e rischiava di dover chiudere il suo negozio. Grazie alla gente che abitava lì attorno è riuscita a pagare l’affitto del locale e le bollette. E’ accaduto a Brindisi, nel quartiere Commenda”.
Le parrocchie e la Caritas sono un punto di riferimento, dunque, in quale altro modo riuscite ad aiutare la gente che ha bisogno. Oltre ai bisogni materiali c’è anche chi si scontra con la solitudine e l’isolamento creato dalla pandemia. Cosa riuscite a fare ?
“La parrocchia è anche un centro di ascolto, in questi mesi di lockdown sono aumentate le persone che cercano qualcuno con cui parlare, con cui sfogarsi. In alcune parrocchie sono state create delle linee telefoniche dedicate proprio all’ascolto. Generalmente telefonano persone anziane, sole, spesso spaventate, ma anche genitori alle prese con i problemi dei figli. Storie di vita quotidiana”.