
Una ex dipendente di un ente pubblico del Brindisino riceverà un risarcimento di più di 10mila euro per l’illecito trattamento dei propri dati personali avvenuto sul sito internet dell’ente stesso a partire dal settembre 2012: lo ha stabilito il Tribunale civile di Brindisi con sentenza emessa il 15 gennaio scorso, in forza della quale l’istituzione è stata condannata al pagamento del danno non patrimoniale (nelle forme del danno biologico, morale e da inabilità temporanea) patito dall’ex dipendente a causa della pubblicazione sul portale online dei servizi per i cittadini, accessibile a chiunque, di una serie di determinazioni dirigenziali riguardanti la lavoratrice, contenenti dati e informazioni personali a lei riferiti, senza una previa ed adeguata rimozione (o censura) degli elementi identificativi.
La pubblicazione ha arrecato alla lavoratrice un incessante senso di turbamento e vergogna, da cui erano derivate profonde sofferenze, dovute ad uno status di stress psicofisico, ansia e depressione.
La ex dipendente, assistita dagli avvocati Mario e Samuele De Guido di Mesagne, si era rivolta al Tribunale di Brindisi al fine di ottenere la condanna dell’ente che, malgrado le richieste di rimozione e/o oscuramento rivolte ai dirigenti e nonostante la presentazione di un esposto/reclamo al Garante per la Protezione dei Dati Personali, non aveva provveduto alla rimozione delle determine, rimaste pubblicate sul sito internet dell’amministrazione per un tempo eccedente il termine massimo di 15 giorni previsto dalla normativa di settore.
Nel 2016 tale condotta costò all’ente pubblico anche una sanzione amministrativa pecuniaria a seguito di provvedimento del Garante che, nel contegno dell’amministrazione, ravvisò gli estremi della violazione dell’art. 19, comma 3 del Codice della Privacy al tempo vigente.
Ora il Tribunale di Brindisi ha accolto le richieste della lavoratrice, riconoscendone il diritto al risarcimento dei danni subiti per effetto dell’illecito trattamento dei propri dati personali.
Marina Poci