
Se sparisse l’ape, alla specie umana non resterebbero che quattro anni di vita”, una frase erroneamente attribuita ad Albert Einstein ma in realtà fu lo studioso scrittore Maurice Maeterlinck ad affermare questo nel suo libro “The life of the bee” pubblicato nel “lontano” 1901.
Questo ci fa capire come, più di cento anni fa, era già sentita è percepita l’importanza delle api, probabilmente molto più di oggi.
I cambiamenti climatici, l’impiego di molecole chimiche di sintesi, metodi di agricoltura intensiva, modifiche dell’uso e nella gestione del suolo incidono in modo visibile sulla sopravvivenza delle api.
Ad esempio i cambiamenti climatici provocano modifiche al calendario delle fioriture di piante che le api visitano per produrre il miele e tutti gli altri prodotti dell’alveare, rischiando di non supportare la loro alimentazione e quella nostra.
Le api, infatti, svolgono un lavoro vitale per la Terra perché l’impollinazione è un servizio ecosistemico essenziale e irrinunciabile in assenza del quale perderemmo la biodiversità.
Per questo l’associazione Apis Puglia, che mette insieme gli apicoltori pugliesi, nata qualche anno fa, si pone l’obiettivo di educare a fare apicoltura nel rispetto, proprio, della biodiversità, come ci ha raccontato Giovanni Guarini, giovane apicoltore di Latiano, vicepresidente del sodalizio, la cui attività è partita “per caso, coincidenza o per destino, ammesso e concesso che esistano il caso, la coincidenza e il destino” da tre alveari acquistati da un apicoltore che stava dismettendo la propria attività e che ora ne conta, addirittura, trenta.
Giovanni, perchè sono così importanti le api? E cosa si fa oggi per tutelarle?
Tralasciando la produzione del miele e gli altri prodotti dell’alveare, le api impollinano più del 70% delle colture alimentari e gran parte del cibo che quotidianamente consumiamo deriva dal loro lavoro di impollinazione che quantificato economicamente ammonta, nel mondo, a più di 153 milioni di euro e la scomparsa degli altri insetti impollinatori, altrettanto importanti, si tradurrebbe in una perdita complessiva stimata tra i 190 a 310 milioni di euro. Oltre a questo, tutti gli insetti impollinatori, api in primis, sono ottimi bio-indicatori ossia la loro presenza o meno dice tanto sulla qualità dell’ambiente in cui vivono e in cui viviamo. Salvare le api e gli impollinatori vuol dire, nel voler essere egoisti, salvare noi stessi. Nonostante ciò, seppur si sono compiuti grossi passi in avanti sulla tutela degli stessi, quanto fatto finora non basta e il tempo che ci resta a disposizione è davvero poco, forse qualche anno ancora.
Cosa insegnano le api all’uomo?
Le api sono maestre di vita. Il funzionamento della loro società è perfetto. Non esiste chi lavora meno e chi poltrisce. Tutti si muovono in perfetta sintonia, magica e allo stesso tempo mistica, per raggiungere un obiettivo più grande: diffondersi nell’ambiente e garantire, con il loro incessante lavoro, la biodiversità e quindi la vita sul nostro pianeta. Lavorare con le api ti cambia letteralmente la vita, cambia il paradigma e la prospettiva di osservazione e quindi il tuo modo di vivere la quotidianità con le sue mille sfaccettature e problemi. Si diventa acuti osservatori. Inizi ad essere più consapevole rispetto a quanto ti circonda, inizi a vedere le cose, soprattutto l’ambiente intorno a te, con lo stesso punto di osservazioni e con gli “stessi occhi” delle api. Poi però ti ricordi di essere un umano con le sue imperfezioni e con la sua straordinaria intelligenza e saggezza anche se, a volte, sembra quasi dimenticata in qualche remoto cassetto.
Di cosa si occupa l’associazione “APIS Puglia”?
Apis Puglia è un’associazione di apicoltori nata più di tre anni fa con l’obiettivo di educare a fare apicoltura, per hobby o da reddito, utilizzando tecniche apistiche orientate al massimo rispetto delle api e della biodiversità del nostro territorio. La “nostra” associazione pone tra i suoi obiettivi quello di realizzare una comunità di apicoltori attraverso un continuo processo di formazione in cui trasmettere, oltre alle conoscenze teoriche e tecniche, anche “regole di comportamento e principi etici, morali” nel rispetto dell’ambiente e del territorio.
Quali sono i prossimi progetti?
Crediamo tantissimo nelle potenzialità del fare rete e sulla condivisione delle conoscenze che, incanalate nel giusto modo, confluiscono in quel grande contenitore che definisco “intelligenza collettiva”. Nelle ultime settimane abbiamo stretto due importanti collaborazioni con l’associazione WWF Salento e con l’Associazione Mondiale per la Biodiversità (WBA World Biodiversity Association Onlus) entrambe impegnate nella tutela del territorio, nella conservazione e scoperta della biodiversità e nella sensibilizzazione inerente a tutte quelle che sono le grandi tematiche ambientali.
La nostra regione come si comporta in tema di tutela della biodiversità?
Eh, ci sarebbe tanto da dire ma non voglio causare incidenti diplomatici. Nel 2014 la Regione Puglia si è dotata di una buona legge (n.45 del 2014) che regola la tutela, la valorizzazione e lo sviluppo sostenibile dell’apicoltura. Una legge discreta ma perfettibile se rapportata alla medesima legge della Regione Emilia Romagna ove l’apicoltura rappresenta un settore importante dell’economia regionale. Il Governo romagnolo ha posto importanti limiti per la conservazione e la tutela dell’ape italiana e degli ecotipi locali, noi, su questo, siamo abbastanza indietro. Ritornando in Puglia, quest’anno, dopo cinque anni, è partito finalmente, grazie all’impegno di altre associazioni apistiche, l’Osservatorio Apistico Regionale che svolgerà il ruolo di “facilitatore” tra quelle che sono le istanze che arrivano dal comparto apistico e gli uffici e le istituzioni preposte in Regione. L’avvio dell’osservatorio sarà per noi apicoltori uno strumento fondamentale, ove avanzare proposte, pareri e far pervenire esigenze anche per cercare di risalire quella triste classifica nazionale relativa alle quote regionali dei fondi destinati all’apicoltura, che vede la Regione Puglia posizionarsi in penultima posizione, solo avanti alla Val D’Aosta. Si spera dunque che l’osservatorio possa portare nel più breve tempo previsto i risultati attesi.
L’uomo ogni giorno quali accorgimenti dovrebbe adottare per tutelare l’ambiente?
Siamo ospiti su di una grande e bellissima “navicella spaziale” che orbita nello spazio: la Terra. Dobbiamo iniziare a capire che le risorse del nostro pianeta non sono infinite – ma rinnovabili – e quando le avremo finite sarà un bel problema. Prima capiamo questo, meglio sarà.