«Il mio Angelo contro la droga»: il corto di un regista 17enne

di Luca Di Napoli per IL7 Magazine

Mia nonna racconta sempre che mio padre Fabio amava recitare ed esibirsi in recite scolastiche da bambino e probabilmente il suo sogno nel cassetto era quello di diventare un attore. Questo mio spirito creativo l’ho ereditato da lui, perciò non posso che dedicare questo mio primo piccolo successo a papà che mi segue da lassù da cinque anni”: per Davide Giarletti c’è un ricordo speciale, e forse anche un’ispirazione, nel cortometraggio «Alice» che ha presentato nei giorni scorsi e che ha scritto e realizzato, con la collaborazione di alcuni amici. Il film parla di un tema scottante per gli adolescenti: quello della droga. Protagonisti un angelo e una ragazza, con il supporto di amici, buoni e cattivi.
Davide ha 17 anni e da tempo è attivo come «youtuber». Questo è il suo primo cortometraggio.
«Alice è la protagonista del racconto», spiega Giarletti. «E’ un’adolescente come tante che, a causa di amicizie sbagliate, intraprende vie altrettanto sbagliate, infatti decide di ignorare lo studio facendosi rimandare in tre materie. Andrà a una festa, dove farà abuso di alcol e droga e lì troverà la morte. Da qui entra in scena un’entità astratta, chiamata Angelo, da me interpretata, le darà una seconda possibilità e le aggiusterà la vita. Dante Alighieri scrisse che l’anima dei traditori dei parenti finisce all’inferno prima della morte del corpo e il corpo continua a vivere; da qui la nostra idea di far morire l’anima di Alice, ma il suo corpo continuerà a vivere guidato da Angelo, facendo capire all’anima che c’è molto di meglio rispetto a quelle amicizie sbagliate, all’alcol e alla droga”.
Come hai pensato di girare un film su un tema comunque così delicato?
“I temi di attualità vanno trattati per poter spiegare in particolar modo agli adolescenti che cosa può succedere seguendo strade sbagliate, sottolineando l’importanza dello studio, spiegando che si può stare insieme senza discriminazioni di alcun tipo e capire soprattutto che quello che ognuno di noi pensa non può essere condiviso da tutti o è la verità assoluta, perciò cerchiamo di far aprire la mente in un’epoca difficile per i ragazzi”.
Come hai selezionato il casting del tuo cortometraggio?
“Di questo me ne sono occupato quasi interamente io. Non nascondo che ho avuto tanti problemi, prima di Adria Discanno, che ha interpretato al meglio Alice, sono passate altre quattro ragazze. Era estate, molti erano in vacanza, a Brindisi eravamo davvero pochi, ma quei pochi si sono fatti valere fino all’ultimo. L’assegnazione dei personaggi è davvero delicata, ho cercato di dare ai miei amici dei ruoli che li calzassero a pennello o che bene o male avrebbero saputo interpretare”.
Quanto sono durate le riprese e quanto il montaggio?
“Questo è stato davvero un fattore logorante, questo perché non abbiamo mai avuto una postazione fissa, perciò ci siamo dovuti arrangiare a girare e montare dove e quando si poteva. Il girato è stato sparso per Brindisi, bene o male abbiamo iniziato a luglio e finito a settembre; per il montaggio è stata più dura per i tanti ripensamenti, i tanti effetti visivi, comparse, ecc. Inoltre il tutto era partito come un progetto che doveva arrivare al Day Festival, ma il fatto di non aver capito le caratteristiche di un cortometraggio che il festival prevedeva ci ha scoraggiato, in quanto alcuni li vogliono lunghi tre minuti, altri addirittura venti, così abbiamo deciso di iniziare a vendere dei dvd e vedere cosa succedesse”.
Come è nata questa tua passione per la cinematografia?
“A dodici anni ho iniziato a recitare in cortometraggi con i miei compagni delle scuole medie, ma era un semplice divertimento da adolescenti. Andando avanti ho scoperto le potenzialità della grande piattaforma di Youtube e dopo aver creato il mio primo canale ho iniziato a rendere pubblici i cortometraggi, i quali inizialmente erano molto amatoriali e spesso mi sono divertito a condividere con i miei iscritti anche momenti della giornata come viaggi, cene, ecc. Successivamente ho conosciuto altri due youtuber brindisini, Lorenzo Petrosillo e Lorenzo Vadacca, con i quali ci siamo specializzati in fase di montaggio e abbiamo capito nei dettagli come funziona una piattaforma simile. Questo ci ha permesso di pubblicare cortometraggi un attimino più seri rispetto ai primi. Con un canale Youtube è possibile toccare per mano in piccolo tutto quello che è il mondo del cinema, e registrando quotidianamente tutte le avventure dei miei amici, inserendo il mio parlato, ho scoperto la bellezza della regia e il mondo dietro la cinepresa; tutto ciò mi ha spinto a produrre un cortometraggio in DVD che ha dato la possibilità alla nostra produzione ‘Eatsleaf’ di mostrare chi siamo in una conferenza a palazzo Nervegna difronte a un centinaio di persone”.
Che emozione hai vissuto davanti a tante persone dopo anni dietro Youtube?
“Non mi sarei mai potuto aspettare quello che io definirei nel nostro piccolo un successo simile. Se penso ai nostri inizi, da bambini, quando filmavamo cortometraggi con cellulari che ovviamente non avevano fotocamere di alta qualità come quelle di oggi, arrivare a mostrare una nostra produzione in un palazzo così importante per Brindisi, trattando anche temi abbastanza delicati di attualità, non me lo sarei mai aspettato. Colgo l’occasione per ringraziare tutte quelle persone che sono venute ad assisterci, mi hanno sorpreso davvero tanto; io stesso non immaginavo che la sala si sarebbe riempita completamente”.
Pensi di continuare su questa strada?
“Dopo il diploma al Liceo scientifico il prossimo anno vorrei andare ad un’Università dove studiare cinematografia e regia e cercare di puntare il più in alto possibile”.