
È andato in onda in prima visione assoluta su Rai 5 ieri sera, 30 marzo, il documentario “Di là dal fiume e tra gli alberi – Ostuni, città a colori”, di Gemma Giorgini e Vittorio Rizzo, che hanno percorso in cerca di situazioni e personaggi che ne rappresentino l’autenticità, i vicoli e le periferie di quella che viene definita la “Dama Bianca”, ma in realtà è una città dai mille colori e dalle tante sfumature.
E così, tra artigiani, teatranti, fotografi, editori e scrittori, tra ulivi e monasteri, hanno raccolto le voci e le storie di chi, da ostunese nativo o acquisito, ha fieramente deciso, nonostante tutto, di rimanere a vivere in una Ostuni che a tratti sembra svuotata della sua anima, in preda a un turismo mordi e fuggi in continua espansione che ha costretto molto residenti ad abbandonare il centro storico.
“È bianca e candida nell’aspetto, per via della calce che la ricopre: un materiale usato fin dall’antichità per dare luce ai vicoli strettissimi e agli abitati; nonché per il suo potere disinfettante, che consentì a Ostuni di essere “graziata” dalle terribili ondate di peste che attraversarono l’Europa nei secoli scorsi. Ma è anche incredibilmente colorata, con le sue stradine decorate, il verde degli ulivi millenari, il blu del mare in lontananza, le luci che al crepuscolo le danno l’aspetto di un presepe”, si legge sul sito della Rai. E ancora: “Dalla fine degli anni ’60, il suo litorale fu oggetto di importanti investimenti che crearono centri residenziali come quello di Rosa Marina e villaggi turistici come il Valtur. Così, da paese agricolo e contadino, iniziò ad attrarre sempre più turisti, trasformandosi in una meta molto ambita anche a livello internazionale. Seppure ben integrate con il paesaggio e la natura circostante, le ville esclusive di Rosa Marina rimangono tuttavia espressione di una privatizzazione delle bellezze costiere che, da patrimonio di tutti, sono progressivamente diventate sempre più inaccessibili”.
È possibile rivedere il documentario sul sito di RaiPlay.
Marina Poci