Esistono luoghi della città dove si celano opere di arte contemporanea di gradevole aspetto estetico e soprattutto di grande valore artistico, che in genere passano inosservati a chi non ha occhi attenti. Il riferimento è ai “pannelli di evidenza monumentale” applicati sulle facciate degli istituti scolastici del rione Commenda, la scuola media “Giulio Cesare” e la scuola elementare “Giovanni Crudomonte”, due opere realizzate nel 1962 dal noto artista siciliano, romano d’adozione, Enzo Assenza (1915-1982).
La produzione artistica dello scultore, pittore e ceramista nativo di Modica, le sue abilità tecniche e l’innato “senso della plasticità”, sono state raccontate in diversi contributi critici a firma di riconosciuti storici d’arte italiani, tra questi anche la serie di interessanti studi curati dal prof. Massimo Guastella: il docente di storia contemporanea all’Università del Salento nei suoi recenti saggi ha illustrato, ed efficacemente approfondito, il senso dell’arte di Enzo Assenza, elaborati utili a riconsiderare l’itinerario professionale e la validità delle opere realizzate dall’artista, descritto come “un figurativo di prim’ordine pur nel complesso e ampio panorama dell’arte scultorea del novecento italiano”. Guastella ha avuto “inconsapevolmente, negli occhi per giorni, mesi e anni, immagini prevalentemente aneddotiche di Enzo Assenza fissate nella memoria di bambino e di adolescente”, com’egli spiega in un articolo pubblicato nel 2016 sulla rivista di cinema e arti visive Eidos, per mettere in relazione il suo “speciale” legame con i rilievi apposti davanti ai due istituti scolastici brindisini, frequentati dal 1965 al 1973: “in quei semplici motivi pedagogici e quotidiani, in quei riflessi di luce sulle superfici smaltate, in quegli spessori, avrei – apprendendo ‘cose d’arte’ tanti anni dopo – riconosciuto delle preziose ceramiche, che disvelavano, ora lo so, particolare capacità tecnica, espressioni volumetriche, plastiche e cromatiche proprie della cifra stilistica di Enzo Assenza”.
I bassorilievi allegorici in terracotta policroma, composti ognuno da 96 moduli quadrati realizzati con l’originale tecnica della ceramica metallizzata, raffigurano nei pannelli dell’istituto scolastico Crudomonte, lato che guarda su via San Domenico Savio, alcune scene della vita nei campi, di lezioni tra i banchi e scene di pesca, mentre nell’opera certamente più evidente al viandante, ammurata sulla parete esterna davanti all’ingresso principale della scuola media Giulio Cesare, sono rappresentate alcune scene di educazione domestica e scolastica, e scene di uomini di scienza del passato sulle quale spiccano rispettivamente l’equazione di Einstein e il simbolo strutturale dell’atomo. Entrambi le composizioni artistiche si offrono alla fruizione dei passanti, almeno a quelli meno disattenti, attraendoli con un piacevole ed efficace utilizzo dei colori e delle tonalità, messi in risalto dai suggestivi tagli diagonali delle immagini utili ad esprimere maggiore dinamicità e una visione prospettica alle scene.
Le opere vennero finanziate dalla cosiddetta “legge del 2%” (legge 717 del 29 luglio 1949 e successive modifiche), che incentivava – soprattutto durante la ricostruzione post-bellica – l’abbellimento degli edifici pubblici di nuova costruzione mediante la realizzazione di opere d’arte, incrementando così pure il lavoro degli artisti. Una norma tutt’ora in vigore che nel corso degli anni ha prodotto un patrimonio artistico consistente, con risultati spesso eccellenti: a Brindisi oltre ai due componimenti commissionate a Enzo Assenza, vi sono altre opere d’arte contemporanea pubblica eseguite con svariate tecniche artistiche, collocate sia all’interno che all’esterno di immobili pubblici, come la scultura polimaterica di astrazione formale di Aldo Calò posta nell’atrio dell’ex sede del Genio civile, il bassorilievo in cemento di Amerigo Tot sull’ingresso del Nuovo Teatro Verdi, il fregio musivo posato al piano terra del Palazzo INPS realizzato da Franco Miele e Antonio Pinto, di quest’ultimo anche il mosaico nell’atrio dell’ex Palazzo dell’Intendenza di Finanza, che insieme ad altri componimenti in ceramica e statue, adonano altri edifici di destinazione pubblica e istituti scolastici del capoluogo. Questo originale patrimonio artistico è stato censito e storicizzato per la prima volta in occasione dell’iniziativa organizzata nel 2014 sempre dal prof. Guastella, in collaborazione con l’Associazione Amici dei Musei di Brindisi, con una mostra fotografica sull’arte pubblica dal titolo “900 invisibile. Arte pubblica a Brindisi” nell’ambito della tematica “Il Museo che… non c’è”.
Il docente e ricercatore di storia dell’arte contemporanea è stato inoltre il curatore scientifico dell’interessante retrospettiva, le prima in Puglia, su Enzo Assenza, una mostra di approfondimento di taglio antologico allestita nelle sale del Museo Storico Archeologico dell’UniSalento, qui le opere del maestro scomparso a soli 66 anni sono state oggetto di studio degli allievi dei corsi del Dipartimento di Beni Culturali.
Assenza viene annoverato dalla critica tra la schiera di artisti e scultori nati nella prima metà del Novecento “che hanno determinato la scrittura di pagine significative della storia dell’arte italiana”, lo “scultore discreto” – come lo definì il giornalista e regista di programmi culturali Franco Simongini – aveva la capacità di “sperimentare e domare la materia” (creta, legno, pietra, bronzo e ceramista) per creare opere complesse e monumentali, incastonate all’interno e all’esterno di edifici sacri e laici. È sua “l’Apocalisse”, il più grande bassorilievo in ceramica esistente al mondo con i 320 mq di ampiezza e trenta metri di altezza, un vero capolavoro, coevo alle opere brindisine, che ricopre l’intera conca absidale della Cattedrale di Hartford, negli Stati Uniti. In Puglia troneggia l’imponente statua bronzea della “Giustizia” nella piazza dei Tribunali di Bari, alta sette metri, mentre in altre località salentine l’artista ha trattato “con sentita, appassionata religiosità” alcuni temi inerenti l’arte sacra contemporanea, riproducendo statue di Santi e Madonne su commissioni ecclesiastiche e private.
“Ricercate esecuzioni in ceramica, oramai consegnate al giudizio storico sull’arte contemporanea nel territorio, rivelano le peculiari abilità tecniche, la compostezza formale e la qualità cromatica che Enzo Assenza sapeva imprimere ai suoi lavori” afferma ancora il prof. Massimo Guastella, al quale va inoltre riconosciuta non solo la generosità nel trasmettere, con chiarezza e competenza, il proprio sapere, ma anche il passionale impegno nell’includere queste opere nell’ambito di un “autentico museo urbano diffuso che pur se non c’è, potrebbe esserci”. Ciò per significare quanto importanti siano i due bassorilievi presenti nella nostra città, che meritano di essere sottratti almeno all’indifferenza generale e salvaguardati da un possibile degrado, un impegno che tutti gli operatori della cultura dovrebbero assumere, inserendoli in un inedito itinerario didattico, culturale e di interesse turistico sparso in vari luoghi della città.