Senza_Cri, dal premio Tenco al grande sogno di partecipare a Sanremo 2022 con i «big»

di Marina Poci per il7 Magazine

Una prestigiosa partecipazione al Premio Tenco tramite “Il Tenco Ascolta”, il suo primo disco in uscita a brevissimo e, tra poche settimane, la possibilità di gareggiare sul palco più ambito della musica italiana, quello di Sanremo, dove il 15 dicembre, con il brano “A me”, concorrerà con altri 3 giovanissimi artisti per guadagnare l’opportunità di gareggiare tra i “big” della prossima edizione: tutto questo è la brindisina Senza_Cri, all’anagrafe Cristiana Carella, ventuno densi anni di vita dedicati a note e parole, nome d’arte che evoca sottrazione, voce dolce con echi graffianti, una personalità talmente particolare da avere affascinato persino l’eccentrica stilista britannica Vivienne Westwood che, solitamente, non lega il suo marchio agli esordienti e che ha invece deciso di vestirla nelle manifestazioni in cui si è esibita.
Cresciuta in una casa in cui c’è sempre stata tanta buona musica come sottofondo alla vita quotidiana, ha chiesto la sua prima chitarra a tre anni: le piaceva Alex Britti e voleva a tutti i costi suonare come lui. In prima media ha iniziato a scrivere poesie che a quindici anni si sono trasformate in canzoni. A diciassette si è esibita per la prima volta al liceo, il classico Marzolla, e da quel momento ha capito che non avrebbe voluto fare niente altro nella vita: “Mio padre è un grande appassionato, ha una collezione infinita di vinili di grandi artisti. Mia madre, che quand’era più giovane aveva la passione per il ballo, mi ha abituata sin da piccola (anzi, sin da quando ero nella sua pancia!) ad ascoltare musica. Fa parte di me da sempre, non posso pensare di vivere facendo qualcos’altro”.
Perché Senza_Cri?
“Nasce dal fatto che io non amo i social, quindi non mi andava di essere presente su nessuna piattaforma. Un giorno una mia compagna di liceo arrivò in classe portandomi un bigliettino su cui c’erano scritti un nickname e una password: aveva creato un nuovo account Instagram chiamandolo Senza_Cri, proprio perché io non ci volevo essere. Adesso mi ci identifico totalmente: quando scrivo le mie canzoni, mi estraneo da me stessa per potermi concedere a tutti. È come se in me convivessero due persone: Cristiana e Senza_Cri”.
Dunque l’amore per la musica va di pari passo all’amore per le parole.
“Io alle parole mi attacco con tutta la mia forza, sono l’unico modo che ho per incastrarmi bene nelle situazioni della vita, non ne ho altri”.
Che tipo di prospettive offre Brindisi a chi vuole fare musica?
“Non molte, purtroppo. Io non ho frequentato grandi spazi musicali nella mia città. Ho suonato al Verdi e all’Impero, ma sempre su invito della mia scuola. Come in molte realtà del Sud, i giovani, non solo per ciò che riguarda la musica, sono stati messi all’angolo”.
È andata via da Brindisi non appena ha terminato il liceo: si è trasferita per iniziare un percorso universitario oppure proprio con l’intenzione di fare musica?
“In realtà già durante l’ultimo anno del liceo facevo la pendolare tra Brindisi e Milano, perché avevo conosciuto il mio produttore e andavo a registrare i miei pezzi non appena mi era possibile. Dopo il diploma mi sono stabilita qui definitivamente. Avevo intrapreso un percorso universitario che ho scelto di interrompere, perché nella vita voglio fare la cantante. Continuo a studiare, per conto mio, ci sarà tempo per prendere la laurea”.
Che rapporto mantiene con Brindisi?
“Amo da morire la mia città. Mi piace tornare a casa, guardare il mare, respirarne il profumo, sentire il vento. Ovviamente mi sono dovuta spostare, ma i miei affetti restano a Brindisi”.
Perché una ventenne del nuovo millennio sceglie il Premio Tenco e non Amici di Maria De Filippi?
“Perché nella mia vita ho sempre scelto la sostanza e non la forma. Il Tenco è una manifestazione ricca di contenuti, mi è sembrato naturale, da scrittrice di contenuti, cercare di parteciparvi”.
Come ci è arrivata e che ricordo conserva del Tenco?
“Ci sono arrivata tramite “Il Tenco ascolta”, una serie di esibizioni dal vivo in giro per l’Italia dei cantautori ritenuti più interessanti tra gli emergenti, anche se poi partecipano anche cantautori affermati. Io ero alla data di Metaponto e poi sono stata inviata al Premio che si è tenuto ad ottobre a Sanremo. È stata una serata pazzesca. Ho stretto le mani di alcuni mostri sacri della musica e mi sono emozionata tantissimo salendo su quel palco”.
È stata un’anticipazione di quello che accadrà il 15 dicembre.
“Sicuramente proverò la stessa emozione. Spero di arrivare al pubblico per quella che sono, indipendentemente dal fatto di riuscire a partecipare tra i big l’anno prossimo o meno”.
Quale crede che sia il punto di forza della sua musica?
“Mi reputo una persona molto schietta e pura, non mi vesto di qualcosa che non è mio. Forse questo aspetto mi avvicina molto ad un certo tipo di pubblico: la naturalezza con cui mi esprimo nella vita e nella musica”.
Quando uscirà il primo album e che disco sarà?
“Uscirà tra pochi giorni e sarà un disco che io definisco “pieno”. Si intitolerà “Salto nel vuoto”: spero che chiunque lo ascolti si senta come se stesse facendo un salto nel vuoto, perché per me scriverlo è stato esattamente provare quella sensazione descritta nel titolo”.
Lei quando ha fatto il suo salto nel vuoto? Oppure è ancora in corso?
“Credo che sia ancora in corso. Vi farò sapere quando atterro”.
Magari, invece, si tratterrà in volo.
“Forse farò una serie di doppi e tripli salti carpiati in aria”.
Nell’album è contenuto un brano dedicato alla lotta contro la violenza di genere, intitolato “AMOR/25 Novembre”: ha tratto ispirazione da una vicenda particolare per scriverlo?
“L’ho scritto qualche giorno dopo l’omicidio di una ragazza uccisa da suo fratello, che l’ha speronata con una moto di grossa cilindrata mentre lei era in scooter con il compagno trans. A quella notizia, nei giorni seguenti, se ne sono aggiunte altre, sempre riguardanti donne uccise da uomini che dicevano di amarle. Così ho iniziato a scrivere, non dal punto di vista di qualcuno in particolare, ma cercando di far parlare in prima persona il sentimento dell’amore, stanco di essere chiamato in ballo in questioni che con lui non hanno niente a che vedere. Spesso i mezzi di informazione raccontano i femminicidi mischiando amore e violenza o, peggio, giustificando quasi la violenza con l’amore. Ma le due cose non c’entrano niente l’una con l’altra e devono restare separate”.
È tempo di regali di Natale: perché comprare “Salto nel vuoto” e a chi regalarlo?
“Penso che nelle mie canzoni possa identificarsi un adolescente, così come un quarantenne o un sessantenne, anche perché scrivo di cose senza tempo. Non parlo dell’ultimo modello di cellulare che domani non ci sarà più, parlo di tutto quello che noi abbiamo dentro. E quello che abbiamo dentro è eterno”.
Un artista con cui vorrebbe duettare.
“Sono tutti morti… Questo dovrebbe farle capire che musica mi piace!”.
Ce ne sarà uno vivo.
“Renato Zero. Lo amo alla follia come cantautore e come persona”.
Un artista per il quale vorrebbe scrivere i testi.
“Io mi auguro di continuare a scrivere soltanto per me stessa, significherebbe che ho realizzato il sogno che coltivo da tutta la vita”.