Sessant’anni fa la prima visita di un presidente della Repubblica a Brindisi

di Giovanni Membola per IL7 Magazine

Sessant’anni fa la prima visita ufficiale di un Presidente della Repubblica Italiana alla città di Brindisi. Una giornata particolare, ricca di appuntamenti e di impegni ufficiali in città e in provincia per la più alta carica dello stato italiano, un avvenimento rilevante che però non è stato mai ben recepito e tantomeno riproposto e ricordato nelle cronache di storia locale. Gli eventi di quel giorno potrebbero far comprendere le ragioni.
Il terzo presidente della Repubblica Giovanni Gronchi (1887-1978), eletto tre anni prima senza non poche polemiche dopo il quarto scrutinio con 658 voti su 883 con l’appoggio di una parte del suo partito (DC), dei comunisti, socialisti, monarchici e missini, giunse a Brindisi il mattino del 9 marzo del 1958. Fu il sindaco dell’epoca Manlio Poto ad accoglierlo ed accompagnarlo per le vie del centro cittadino, a bordo di una macchina decappottata scortata da motociclisti e da altre auto con il seguito del Presidente.
Durante la lunga giornata Giovanni Gronchi partecipò a diverse cerimonie, come la posa della prima pietra del costruendo palazzo della previdenza sociale, oggi sede dell’Inps, sul luogo dove sorgeva l’elegante struttura settecentesca della Torre dell’Orologio e numerose vecchie casette insistenti nel quadrilatero tra piazza Vittoria, via Rubini e piazza Sedile. L’intera zona era stata invasa dalla folla di cittadini, in particolare via Santi, dove un fiume di gente attendeva l’arrivo dell’importante personalità politica.
Quindi fu la volta dell’inaugurazione della nuova sala consigliare dell’amministrazione provinciale, realizzata con la sopraelevazione del secondo piano del Palazzo della Provincia, della Prefettura e della Questura con la creazione di 19 nuovi locali, tra cui una sala per la giunta, il grande salone per le riunioni del consiglio e vari uffici, un progetto a firma dell’ingegnere capo dell’ufficio tecnico provinciale Antonio Cafiero. La cerimonia fu aperta dai saluti del presidente della Provincia Antonio Perrino, a capo dell’amministrazione sin dal 1948, e si svolse nella medesima sala consigliare gremita dalle principali autorità politiche e religiose.
E’ giusto ricordare con l’occasione l’autorevole figura del dottor Perrino che durante il suo mandato, il più lungo in assoluto dalla nascita dell’Ente, portò a termine importanti realizzazioni nel settore dell’edilizia pubblica, popolare e scolastica, avviando contestualmente una intensa attività in favore dell’artigianato e dell’industrializzazione del capoluogo, il tutto grazie anche all’intervento della Cassa per il Mezzogiorno. Il futuro senatore della Repubblica fu dapprima nominato dal prefetto a capo della Deputazione (1948) e poi eletto durante la prime votazioni dei consigli provinciali del 10 giugno del 1951 e riconfermato nel 1956.
Elogi per la notevole opera avviata dall’amministrazione anche in campo sanitario e assistenziale furono espressi durante il suo intervento dal presidente della Repubblica Gronchi, davanti all’allora presidente della Camera dei deputati Giovanni Leone, ai deputati locali Mario Marino Guadalupi, Carlo Scarascia Mugnozza e Italo Giulio Caiati, tutte figure politiche di grande carisma che rappresentavano il territorio brindisino nel governo nazionale.
Nella sala consigliare dell’amministrazione provinciale è presente un’epigrafe che ricorda l’evento.
Dalla sede della Provincia il Presidente della Repubblica, con il suo seguito e le altre autorità, percorse a piedi piazza Santa Teresa, la scalinata a lato della Fontana dell’Impero e giunse su piazza Lenio Flacco, dove lo attendeva un motoscafo che lo condusse sul piazzale inferiore del Monumento al Marinaio d’Italia.
Qui fu accolto dai principali esponenti della Marina Militare che illustrarono l’imponente opera progettata dall’architetto Luigi Brunati e dallo scultore Amerigo Bartoli e guidarono la visita alla cappella-sacrario alla base del monumento, dove sui marmi neri sono incisi i nomi dei 5.922 marinai caduti nella Grande Guerra.
Un’altra tappa fu la visita all’antico quartiere delle Sciabiche, area acquisita dall’amm.ne provinciale e destinata già dall’anno successivo – come fu illustrato fieramente al Presidente – alla “demolizione dei vecchi fabbricati per l’eliminazione delle abitazioni malsane”, ovvero di quelle case risparmiate dalla vasta campagna di distruzione messa in pratica nel 1936, imponendo così alle ultime famiglie dei pescatori di trasferirsi nel caseggiato costruito sull´opposta sponda, nel nuovo villaggio pescatori.
Stesso destino fu assegnato al quartiere di San Pietro degli Schiavoni: proprio in occasione della visita del presidente Gronchi furono avviati simbolicamente – con i primi colpi di piccone – i lavori di abbattimento degli edifici già espropriati e ricadenti nel progetto di “risanamento” e sistemazione del rione e per la realizzazione di un nuovo Palazzo di Giustizia.
Gli amministratori dell’epoca forse non immaginavano che demolendo quelle casupole con il “tetto a cannizzo”, ovvero con copertura a doppio spiovente realizzata da travi in legno e canne, dalle mura sbrecciate ed infissi precari, cancellavano una lunga storia silenziosa, scritta da gente semplice ed operosa, vissuta in quelle semplici dimore che avevano accompagnato le vite di tante generazioni. Scelsero di avviare la “rinascita” di queste aree del centro storico e della marina proprio in occasione dall’autorevole presenza in città del Presidente della Repubblica, senza riuscire però a preservare una traccia del passato e a tutelare almeno gli edifici di pregio architettonico.
Lo stesso giorno vi fu anche l’inaugurazione del Centro di Rieducazione Motoria “La Nostra Famiglia” situato sui colli di Ostuni; Giovanni Gronchi fu accompagnato per l’occasione da Zaira Spreafico, presidente della prestigiosa associazione fondata da don Luigi Monza, e da molte autorità civili ed ecclesiali.
Il giorno successivo il presidente della Repubblica partecipò all’inaugurazione di un’altra importante infrastruttura, quella del ponte San Francesco di Paola di Taranto, meglio noto come Ponte Girevole, divenuto il simbolo della città ionica.

Le immagini sono tratte dal volume redatto dall’Archivio di Stato “1927 – 2007 L’Amministrazione della Provincia di Brindisi” (2009)