Siamo meridionali e con il Sud rinasceremo

Nota clandestina atipica, questa settimana, che dedico ad un recente appello stilato da 30 docenti universitari italiani, che stimola attenzione e conferisce pilastro di riferimento al Sud, per ogni azione di rilancio del Paese.
Questo è il documento, firmato dagli accademici e vuol essere un invito a ragionare, per capire ed agire dopo il COVID.
Il titolo del documento è “Ricostruire l’Italia. Con il Sud” e riassume la filosofia, combattendo soprattutto il più terribile dei rischi che insidia la società meridionale, più pericoloso della disattenzione del Nord: il rischio della rassegnazione. Testimoniato fra l’altro dall’impressionante emigrazione intellettuale in uscita dal Sud. Il documento-manifesto si sviluppa in 14 punti che senza addentellati linguistico-letterari, né perifrasi concettuali, disegnano un programma che, passo per passo, non esclude, ma ragiona per agire, insieme. Con il Sud.
1. Nei prossimi mesi l’Italia si gioca molto del suo futuro. Non si tratta di tornare al passato, ma di ricostruire un paese migliore.
2. Il Sud deve e può offrire un contributo fondamentale a questa ricostruzione; deve essere messo in grado di poterlo fornire, a vantaggio dell’intero paese.
3. Il Piano di Rilancio è una grande occasione. Per questo serve un disegno. Non liste di progetti e interventi senza una visione comune.
4. Un disegno che non può restare un programma di sola emergenza: deve aprire la strada ad un’Italia più competitiva e più sostenibile.
5. Un disegno che deve essere unitario. L’Italia non è un treno con improbabili locomotive. È come una squadra di ciclisti: per vincere ognuno deve dare il suo contributo, nessuno deve restare indietro. Come nella logica europea alla base della “Next Generation Initiative”, si cresce se l’avanzamento di ognuno aiuta gli altri, grazie alle interdipendenze economiche.
6. Un disegno unitario e attento a tutti i luoghi: Tutti i territori devono contribuire al rilancio, investendo sulle loro capacità, creando nuove opportunità.
7. Il Sud deve avere un ruolo molto importante nel Piano di Rilancio.
8. una quota significativa dei prossimi fondi strutturali e del Fondo Sviluppo e Coesione deve essere indirizzata a finanziare ulteriormente il Piano di Rilancio, per accrescerne ancor più l’impatto nelle regioni più deboli e per estenderne gli interventi per l’intero decennio.
Ma questo non basta, senza una proposta sul che fare e sul come farlo
9. Al Sud e all’Italia servono tanti interventi. I programmi per la Digitalizzazione, l’Alta Velocità ferroviaria, il rilancio di Impresa 4.0, sono buoni punti di partenza in diversi ambiti. Ma se si prova a fare tutto subito si ottiene poco. Solo stabilendo priorità si possono produrre risultati tangibili, occorre comunicare al paese e ai partner europei obiettivi concreti;
Il Piano di Rilancio si concentri su 5 grandi assi.
1° Asse. Investire nel sociale. La coesione sociale è la prima pre-condizione indispensabile per lo sviluppo, soprattutto al Sud.
2° Asse. Investire nell’istruzione pubblica. Il sapere è l’ingrediente più importante per ricostruire l’Italia, soprattutto al Sud.
3° Asse. Investire sulla mobilità. Servono “grandi opere”, con effetti lontani nel tempo, ma anche e soprattutto un piano di interventi fisici puntuali di ricucitura ed efficientamento delle reti. Riconnettere l’Italia e in particolare il Sud e tutte le aree marginalizzate è una precondizione per lo sviluppo dell’intero paese.
4° Asse. Investire sui luoghi. La ricostruzione è più forte con il contributo di tutti i luoghi, in tutto il paese.
5° Asse. Investire sulla qualità delle imprese. Il lavoro si crea con la qualità e i diritti.
Ma che cosa fare ancora non basta, senza una proposta sul come farlo.
10. Per come l’Italia è organizzata oggi difficilmente può realizzare un Piano di Rilancio presto e bene.
11. È un problema di governance. Occorrono scelte chiare e precise, sugli obiettivi e sulla “missione” del Piano: Passando dalla logica della mera distribuzione di risorse ad un processo in cui ciascuno ha obiettivi e tempi chiari.
12. Per attuare il Piano deve esse definito un insieme di modalità di intervento e di tipologie di progetti validi in tutto il paese,
13. Le Amministrazioni Comunali dovranno avere un ruolo centrale nella realizzazione di molti degli interventi.
14. Alle imprese a partecipazione pubblica, nell’ambito del Piano di Rilancio, dovrebbero essere affidate importanti, specifiche “missioni”.
Sin qui il documento, per cui mi piace pensare, che divenga un Vademecum del fare e non del dire, che comunque il tempo passa, lo stipendio è garantito e qualche ovvietà si deve pur scrivere, per restare a galla e simulare passione ed impegno civile.