Storia di Tommy, il fruttivendolo che dona ai bimbi e vola sul kitesurf

di Lucia Pezzuto per il7 Magazine

Ha un sorriso accattivante, è sempre gioioso ed è molto amato dalla gente ma soprattutto dai bambini. Lui è Tommy Degiorgi, l’ambulante che vende frutta in via Cappuccini a Brindisi. Tommy con la sua attività organizza iniziative solidali, lui non ama parlarne o farsi pubblicità ma le persone apprezzano la sua buona volontà e lo sostengono. Durante il periodo natalizio ha raccolto giochi che poi ha donato ai bambini che quotidianamente si presentavano davanti al suo furgone. Durante l’estate ha, invece, organizzato un concorso di disegno mettendo in palio “365 ciliegie”. In pratica ogni bambino partecipava portando un disegno che Tommy appendeva al suo furgone. A fine concorso invece di premiare un solo bimbo, li ha premiati tutti regalando ciliegie a chiunque si presentasse.
Questo ragazzone dagli occhi vispi è timido se gli si fanno i complimenti, ma quando parla trasmette una grande energia. La sua è una storia fatta di sacrifici, impegno e passione. Lui dice che vuol essere di buon esempio e aiutare chi ne ha bisogno.
“Ho 40 anni e lavoro da quando ero bambino- racconta- sono cresciuto nelle case popolari dietro il Cesare Braico, le “favelas”, le chiamano. E non ho mai avuto nulla per questo ho imparato subito a darmi da fare”.
Tommy non ha avuto una vita semplice nonostante questo non ha mai mollato e ha fatto tutti i lavori possibili. “A 19 anni sono andato a Lecco perché pensavo che andando via avrei avuto maggiori possibilità. Ho iniziato a lavorare al Politecnico , mi occupavo della segreteria. Ma lavorando lì non riuscivo a mantenermi perché dovevo pagare la rata dell’auto, l’affitto di casa, le bollette. In poco tempo mi trovai un secondo lavoro, come cameriere, in una sala ricevimenti, la Mela Verde. Il locale era gestito da una famiglia di napoletani, una famiglia stupenda che mi hanno insegnato tante cose”.
Vivere a Lecco però era complicato, nonostante Tommy avesse un carattere aperto e allegro non riusciva ad attrarre le simpatie dei suoi colleghi. “Ero solo, non avevo amici con cui uscire, mi trattavano come il classico terrone-dice- quindi decisi di trovarmi il terzo lavoro in una impresa di pulizie. In quel periodo lasciai il Politecnico per andare a lavorare in fabbrica perché volevo imparare il mestiere manuale”. La vita di Tommy era su ma il suo obbiettivo era quello di tornare a Brindisi: “ Mi mancava la mia terra, il mare, le persone. Sono stato sette anni fuori. Lavorare in fabbrica non è stato facile, avevamo gli spogliatoi suddivisi. C’era quello per gli albanesi, per i ragazzi di colore, per i terroni e distante da noi quello per i lecchesi e i lombardi. Quello è stato il periodo in cui ho messo i soldi da parte per tornare a Brindisi. Ora sono 15 anni che sono qui”.
Tommy non si ferma neppure quando torna a Brindisi, lavora come cameriere, fruttivendolo, giardiniere, muratore, persino pasticcere. “Mi sono sempre dato da fare. Erano tutti lavori che facevo contemporaneamente- dice- Soldi a casa non ci sono mai stati e mi sono sempre dato da fare. Quando guardo chi si lamenta e dice di non trovare lavoro , io non ci credo, se lo vuoi il lavoro c’è. Io nello stesso tempo ho lavorato come cameriere, fruttivendolo, animatore. Solo chi viene dalle famiglie povere puoi capire io problemi”.
Oggi Tommy abita ancora con i genitori, ha una compagna , ma riuscire a metter su casa non è semplice. “Io abito ancora con i miei genitori, non posso permettermi una casa mia. Io vedo tanta gente in difficoltà perché non si sanno accontentare perché fanno il passo più lungo della gamba- dice- Io mi accontento di quello che guadagno e faccio quello che posso. La mia soddisfazione è quella di poter praticare lo sport. La mattina mi alzo alle sei del mattino per lavorare ma riesco sempre a ritagliarmi un po’ di tempo da dedicare al kitesurf”.
Lo sport è la sua passione, Tommy pratica snowboard, kitesurf, winsurf, canoa, laser. E non tutti sanno che è anche molto bravo, talmente bravo da partecipare ai campionati nazionali di kitesurf e di essere 12esimo nella classifica italiana.
“Dallo sport prendo la mia energia positiva perché come si dice : se uno da colore alla propria anima fa colorare anche le altre anime-racconta- Ho cominciato a praticare sport grazie a un mio amico che aveva una scuola di Kitesurf, oggi sono dodicesimo nella classifica nazionale. Quest’anno mi sono iscritto al campionato italiano. Sono entrato in un team di nicchia”.
Lavoro, sport e soprattutto tanta solidarietà questa è la sua vita. La voglia di mettersi in gioco e di aiutare il prossimo e fonte di felicità per Tommy: “ Le mie iniziative di solidarietà nascono dal vedere tutte le brutture che ci sono in giro. Mi sono detto perché non dare il buono esempio. La gente così vede un ambulante che anche se è in difficoltà riesce ad aiutare il prossimo. E poi a me lo sport mi da tanta energia interiore, perché non distribuirla anche agli altri”.
L’altruismo e la spontaneità sono le caratteristiche principali di questo giovane che quasi con timidezza racconta di avere un sogno nel cassetto: “Per il mio futuro cerco di mettere da parte i soldi perché vorrei tanto poter comprare due ettari di terra per dare un valore aggiunto alla mia attività, fare dei prodotti bio. Fare dei vivai di lumache, coltivare i finocchi, le cicorie e i melloncini quando è tempo. Io non miro a fare grandi produzioni, mi basta produrre quello che serve per il mio camioncino. Dico mi piacerebbe, perché alla fine sono comunque fortunato ho una famiglia che mi vuole bene, che mi sostiene. Ogni bambino dovrebbe crescere con il calore e l’affetto della famiglia, solo così si cresce sani. Continuerò ad organizzare iniziative solidali, nel mio piccolo, finchè posso. Lo faccio per chi ha più bisogno di me , lo faccio per i bambini, per avere il loro sorriso . Come disse Dante ha detto che i bambini sono angeli e allora teniamoceli stretti questi angeli”.