Nel dicembre 2008, in Puglia è stato istituito il “Registro dei boschi da seme”, un catalogo dei siti idonei per l’approvvigionamento di materiale propagativo ai fini vivaistici.
Ora sono state incluse in tale registro anche le formazioni forestali della Riserva di Torre Guaceto ricche di specie come il ginepro coccolone, il lentisco ed il pungitopo.
Un grande risultato ottenuto con la candidatura avanzata dal Consorzio di Gestione dell’area protetta alla Regione Puglia per la quale l’ente ha svolto attività di verifica sul campo insieme ai tecnici regionali incaricati.
L’inclusione di Torre Guaceto nel “Registro dei boschi da seme” è un episodio significativo, che apre nuovi scenari per la gestionale ambientale dell’area protetta. Infatti, grazie a tale disposizione, si potrà ricorrere direttamente ai popolamenti locali per la produzione di piante da impiegare negli interventi di ripristino e miglioramento ambientale.
Per scendere nel dettaglio, il ripristino ecologico di habitat forestali e gli interventi di piantumazione in aree protette richiedono l’impiego di piante autoctone di origine regionale certificata.
Questa soluzione considera due problemi ecologici diversi.
Il primo è che le specie esotiche possono essere una minaccia per la conservazione degli habitat naturali. Infatti, tali specie possono competere per le risorse con le quelle autoctone e alterare le originarie funzioni e strutture ecosistemiche.
Il secondo problema è legato al fatto che anche prevedendo l’impiego di specie autoctone, occorre avere garanzia che le piante abbiano una provenienza regionale.
L’esigenza di impiegare piante di specie autoctone di provenienza regionale è di particolare rilevanza nell’ambito delle aree protette perché queste sono finalizzate alla conservazione dell’identità ecologica dei luoghi. Si tratta di un’esigenza per lungo tempo sottovalutata, che oggi trova fortunatamente una corrispondenza nel quadro normativo ambientale.
Combattere le specie esotiche invasive è uno dei principali obiettivi dell’Unione Europea per porre fine alla perdita di biodiversità e al degrado dei servizi ecosistemici (Obiettivo 5 della Strategia dell’UE per la biodiversità fino al 2020). Il perseguimento di tale obiettivo è attuato attraverso il Regolamento (UE) N. 1143/2014 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 22 ottobre 2014 (e successive integrazioni) che reca disposizioni volte a prevenire e gestire l’introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive.
La legge regionale n. 39 dell’11 dicembre 2013 istituisce una rete di tutela delle risorse genetiche autoctone di interesse agrario, forestale e zootecnico.
Tale rete ha il ruolo di svolgere ogni attività diretta a mantenere in vita le risorse genetiche a rischio di estinzione, attraverso la loro conservazione e incentivandone la circolazione.
Quindi, oggi, con l’ingresso di Torre Guaceto nel “Registro dei boschi da seme”, numerose delle piante presenti nell’area protetta popoleranno non solo le aree danneggiate all’interno della stessa, ma anche quelle site ben lontane dalla Riserva. Ci sarà un po’ di Torre Guaceto ovunque la natura abbia bisogno di aiuto.