Sisma, a Brindisi oltre 20mila abitazioni a rischio in caso di terremoti di media-piccola intensità

Sono oltre 158 mila le case vecchie e in cattive condizioni in Puglia. Per la precisione, sono 158.297 quelle che versano in «mediocre o pessimo» stato di conservazione. Questo il dato che emerge da una ricerca del Centro Studi di Confartigianato Imprese Puglia su dati Istat. Nella provincia di Bari se ne contano 30.458, pari al 19,2 per cento di quelle che versano nel degrado in Puglia. Nella provincia di Barletta-Andria-Trani sono 12.397 gli immobili (pari al 7,8 per cento); in quella di Brindisi 20.230 (12,8 per cento); in quella di Foggia 26.055 (16,5 per cento); in quella di Lecce 44.750 (28,3 per cento); in quella di Taranto 24.407 (15,4 per cento).

Nell’elenco sono comprese case unifamiliari e a schiera, ville, villette, palazzine in complessi residenziali e condomini o palazzine con negozi o sedi di attività economiche in genere a piano strada. «Il tragico sisma che ha colpito il Centro Italia – sottolinea Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia – ha riportato l’attenzione del dibattito politico sull’enorme problema rappresentato dalla qualità costruttiva del nostro patrimonio immobiliare.
Sono tantissimi gli italiani – e i pugliesi – che vivono e lavorano in edifici a rischio, non in grado di sostenere le sollecitazioni di un terremoto di intensità medio-bassa. Un immobile in cattive condizioni – aggiunge – non solo mette a rischio l’incolumità dei suoi abitanti, ma presenta tutta una serie di risvolti negativi, a partire dalla questione dei consumi energetici».
«La ricerca elaborata dal nostro centro studi regionale – sottolinea – ci consegna un dato davvero preoccupante: in Puglia sono moltissimi gli edifici residenziali malandati ed al di sotto di uno standard di manutenzione accettabile».