Parroco accusato di pedofilia, se sarà condannato la Curia non risarcirà comunque il chierichetto

Non sarà la Curia, in caso di condanna, a dover pagare un risarcimento del danno per le condotte del parroco imputato di pedofilia: il Tribunale di Brindisi ha infatti opposto un rigetto rispetto alla proposta del difensore della parte civile, un chierichetto che avrebbe subito abusi sessuali quando aveva otto anni nella sacrestia di una chiesa di Brindisi, di citare come responsabile civile l’arcidiocesi di Brindisi Ostuni.

La questione è stata discussa oggi, nel corso della prima udienza del processo a carico di don Francesco Caramia, il parroco originario di Mesagne, imputato di abusi sessuali su minori. Il processo si svolgerà a porte chiuse. Caramia si trova agli arresti domiciliari in una comunità.

Le indagini sono state condotte dai carabinieri e coordinate dal pm Milto Stefano De Nozza: hanno preso avvio dalla denuncia di un pediatra. Secondo l’accusa nel 2008 e nel 2009, per almeno “due volte a settimana” il piccolo sarebbe stato costretto a compiere atti sessuali.
Rapporti sessuali non completi dopo il catechismo, della durata di dieci o quindici minuti.
Il ragazzino è stato già ascoltato nel corso di un incidente probatorio celebratosi davanti al gip Maurizio Saso.