BRINDISI – Per un mese è stato l’uomo più ricercato d’Italia. Un intero paese gli ha dato la caccia. Sulla sua testa pendeva perfino una taglia, con una ricompensa di 50mila per chiunque avesse fornito indicazioni utili alla sua cattura. Ora è tutto finito. Alex Maggio, 32 anni, nato e cresciuto a Brindisi prima di trasferirsi a Lecce, quindi a Varese, è dalla scorsa notte rinchiuso tra quattro mura nel carcere di Busto Arsizio, reso inoffensivo dai carabinieri della compagnia di Saronno che lo hanno arrestato. Ex ausiliario dell’Arma, da tempo disoccupato, è stato definito dagli inquirenti “un disagiato”.
Dal giorno dell’omicidio della 62enne Maria Angela Granomelli, pestata a morte nella sua gioielleria di Saronno il 3 agosto scorso, non ha mai cercato di nascondersi. E’ rimasto lì, a pochi chilometri da quel paese che ha sconvolto con la sua ferocia, che ha tramortito e terrorizzato. Il suo volto, per quanto sgranato e offuscato, campeggiava da settimane su giornali e tv, immortalato dalle videocamere di sorveglianza presenti nell’attività commerciale della vittima. Chiunque avrebbe potuto sovrapporre quelle foto al suo viso. E alla fine così è stato. Un vicino di casa della sua ragazza, con cui da tre anni conviveva, senza un lavoro e una meta, ha confidato i suoi sospetti ai carabinieri: “Forse è lui. Mi sembra quello delle foto”.
E aveva ragione. Maggio si è fatto trovare in casa. I carabinieri lo hanno trovato davanti alla tv. C’era il suo Milan in Champions League. Ha seguito i militari, e una volta in caserma ha confessato tutto: “Sono stato io. Ma non volevo ucciderla. Sono entrato per una rapina. Poi ho perso la testa”.
Ma le telecamere che hanno registrato la sua aggressione non sembrano descrivere la violenza di un semplice raptus. La donna non aveva opposto particolare resistenza a quel tentativo di rapina. E di certo non costituiva per lui alcuna minaccia. Ma Alex Maggio non ebbe pietà. La colpì prima con un portagioie alla testa. Poi si accanì sul corpo inerme della donna colpendola per 30 interminabili secondi con una raffica di calci e pugni, fino ad ammazzarla. Una violenza inaudita, incomprensibile, che ha gettato nel terrore una provincia intera per quasi un mese. Fino a ieri, quando l’incubo dell’assassino della signora Maria Angela, è stato catturato, reso incapace di fare ancora del male.
Emilio Mola