
Parlare di deputati “abusivi” magari è una forzatura giornalistica. Ma un fatto è certo: a bocce ferme, senza la legge elettorale “Calderoli” definita dallo stesso ex ministro leghista che la partorì una “porcata” (da qui l’appellativo di Porcellum), 148 deputati della Repubblica itliana oggi non sarebbero lì a Montecitorio. Questo perché eletti grazie a quel premio di maggioranza che la Corte Costituzionale ha bollato, appunto, come incostituzionale. Forse, i parlamentari in questione, sarebbero stati eletti comunque, con un altro metodo (quei 148 scranni vanno pur sempre occupati), ma forse no.
Su 21 deputati pugliesi, quindi, ben 9 risultano eletti grazie al premio di maggioranza ritenuto incostituzionale dalla Consulta. E fra loro, fra i cosiddetti “abusivi”, spunta anche il nome della giovane Elisa Mariano, donna del Partito democratico. Legittimo, invece, l’altro deputato brindisino: il mesagnese Toni Matarrelli di Sinistra e libertà. Gli pugliesi abusivi sono Pino Pisicchio (Centro Democratico), Dario Gianfreda, Gero Grassi, Alberto Losacco, Ivan Scalfarotto e Colomba Mongello, tutti del Partito democratico; Donatella Duranti e Arcangelo Sannicandro di Sinistra e Libertà.
Nessuno, si noterà, del centrodestra poiché appunto il premio di maggioranza spetta su scala nazionale solo alla coalizione vincente: in questo caso, il centrosinistra.
A voler essere fiscali e pignoli, va ricordato, la Corte Costituzionale ha bocciato anche le cosiddette “liste bloccate”, vale a dire quel sistema attraverso il quale i candidati vengono eletti non grazie alle preferenze dei cittadini, ma in base alla loro posizione nella lista: i primi passano, chiunque essi siano, gli altri no. Stando così i fatti, insomma, ad essere abusivo sarebbe l’intero Parlamento. E non pochi, per questo, ne chiedono lo scioglimento e il ritorno alle urne. Ma il Capo dello Stato Giorgio Napolitano (a sua volta eletto da un Parlamento abusivo) difende le due Camere, e le sue parole possono bastare a ritenere la faccenda già chiusa. Palazzo Madama e Montecitorio restano così come sono stati eletti dai cittadini. Che però solo oggi, a distanza di anni, scoprono di aver votato per ben tre volte con una legge contraria alla loro Costituzione.