Brindisi, colpi vicino a carcere e questura: ladri e banditi sempre più audaci

Una rapina e un furto rappresentano già di per sé un fatto preoccupante, sono però ancor più preoccupanti se ai danni di attività che sorgono nei pressi di istituzioni dove mai ci si sarebbe aspettato si sarebbero spinti rapinatori e ladri. A Brindisi, negli ultimi tempi, è accaduto almeno tre volte. Nel mirino, il 6 dicembre una tabaccheria di fronte al carcere, la scorsa notte un bar di fronte alla questura, stasera una bottega di generi alimentari non lontana dal carcere. Il carcere, uno dei luoghi simbolo della sicurezza dello Stato. E cosa dire della questura?

Sembrano non importare più queste “sottigliezze” a ladri e banditi, che arrivano a spingersi oltre confini in precedenza mai neppure avvicinati o immaginati. Eppure adesso pare che un posto valga l’altro, poco importa se proprio dirimpetto alla tabaccheria di Lidia Cuppone, il 6 dicembre, si trovasse la cancellata principale della casa circondariale, con gli agenti di polizia penitenziaria poco oltre le protezioni. Per i due uomini con passamontagna e pistola che hanno fatto irruzione nell’esercizio e, dopo aver minacciato la titolare, si sono fatti consegnare circa mille euro, non è stato sufficiente come deterrente. Quello era l’obiettivo e l’hanno raggiunto. 

Obiettivo raggiunto anche per il ladro, audace ma sfortunato, che nelle prime ore del mattino di oggi (19 dicembre) si è introdotto nel bar Sweet Louise in via Perrino. Uno dei tanti bar di Brindisi? Sicuramente, se non fosse per un “piccolo” particolare: distante appena una ventina di metri sorge la questura, il quartier generale della polizia. Pazienza: il 28enne brindisino C.T., divelta una finestra sul retro, è entrato lo stesso nel locale, si è impossessato dei 1.200 contenuti in quattro videopoker, perfino di una cassa di prosecco – ché con le feste può essere utile – e se n’è poi andato tranquillamente in auto. Tanto tranquillamente da poi essere fermato alla guida della sua Mercedes Classe A – senza patente né assicurazione – sempre lì vicino, al quartiere Perrino. Siccome nel frattempo era giunta alle Volanti la notizia della spaccata al bar “sotto casa”, è stata perquisita l’auto del 28enne e ci si è accorti che questi neppure se l’era posto il problema di vuotare tasche e bagagliaio della refurtiva prima di farsi un giretto per Brindisi. Sfortunato o ingenuo, al brindisino è andata male ed è stato quindi denunciato.

Dulcis in fundo – si fa per dire – la rapina delle 18,30 odierne (19 dicembre), neanche all’orario di chiusura, ai danni del negozio di generi alimentari di Paolo Mazzeo, in via Cicerone, non proprio di fronte, ma a un tiro di schioppo dal penitenziario di via Appia. Sempre due individui, armati di pistola e con il volto coperto, ad agire: prima si sono fatti consegnare i soldi dal salumiere, poi – fatto ancor più inquietante – si sono accaniti addirittura contro i clienti, strappando dalle mani di una donna che faceva la spesa, in compagnia del figlioletto, borsa e telefonino e provando a fare altrettanto anche ai danni di un’anziana. Subito dopo, la fuga a bordo di un’auto di colore scuro che a un certo punto è rimasta anche imbottigliata nel traffico del centro ed è stata quindi rincorsa – invano – da alcuni cittadini che avevano assistito al colpo.

Inutile sottolineare che prendere di mira esercizi del centro comporta per i banditi i suoi rischi, come per l’appunto quello di una fuga poco comoda come quella di stasera. Se si tratti di spavalderia, di sprezzo del pericolo o di alto senso dell’impunità possono saperlo solo i protagonisti di queste imprese criminali, che purtroppo a Brindisi – e comunque non solo a Brindisi – sono ormai all’ordine del giorno. Se si mettono assieme tutti i reati predatori in provincia si raggiunge la poco invidiabile media di tre colpi al dì. Deve far riflettere, a margine, una considerazione comune alle forze dell’ordine: se prima ladri e rapinatori erano più o meno tutti noti e spesso già schedati negli archivi informatici di pubblica sicurezza – i cosiddetti professionisti – oggi rapinatori e ladri non lo si è soltanto di mestiere, ma anche per occasione o necessità. Tante volte gli investigatori si trovano di fronte a gente insospettabile e insospettata. Segno dei tempi, ma anche della crisi e di un’economia che non va. Qui più che altrove. 

Eliseo Zanzarelli