Morto Calò, il “viveur” più amato

Aveva compiuto 80 anni il 6 dicembre scorso, come sempre circondato da una parentela numerosa e affiatata: se n’è andato ieri pomeriggio in silenzio, ma giureremmo con il sorriso sulle labbra, perché il sorriso era stato il leit motiv della sua vita: rideva e faceva ridere. Mimino Calò, da tempo malato, si vedeva sempre più di rado in città. Lui che era stato animatore incontrastato sulla spiaggia di Lido Sant’Anna e prima ancora sull’arenile di Sant’Apollinare. Capace di incantare i ragazzini così come era riuscito a fare con i loro genitori e prima ancora con i nonni, con le battute, con le storielle, con una mimica unica.

In molti lo ricordano al distributore di carburante Api, nei pressi del palazzo di giustizia. Lì aveva vissuto la seconda parte della vita lavorativa perché la prima l’aveva trascorsa nello stabilimento vinicolo del padre,in vico Arcione.
Ma il meglio di sé Mimino lo dava nei siparietti di vita quotidiana, autentico “viveur” brindisino, ossia amante della bella vita, del divertimento. Ma sempre con garbo, con pacatezza e ironia.
Era stato amico di tutti i giocatori del grande Brindisi di Franco Fanuzzi e questo pomeriggio ai funerali, celebrati nel Duomo, c’erano alcuni di quei “ragazzi”: Aldo Sensibile, Tonino La Palma e soprattutto Diego Giannattasio, che considerava il suo figlioccio e dal quale era stato scelto come padrino di battesimo della figlia Giorgia. Aldo Bellan, altra stella di quel Brindisi, ha telefonato da Mestre a Silvana, sorella di Mimino, per testimoniarle la sua tristezza.
Ma il giorno dell’addio per la famiglia Calò è stato come Mimino avrebbe voluto: vissuto con il sorriso, anche se amaro, sulle labbra. Per ricordare un uomo che con la sua interpretazione positiva della vita ha saputo lasciare una traccia indelebile, dimostrando che per essere ricordati non è necessario compiere imprese eroiche, ma a volte essere semplicemente persone straordinariamente normali.