Leggi tutto" />

Morto durante l’operazione antidroga: esclusa la violenza, forse un malore

Un improvviso malore avrebbe causato la morte di Stefano Urso, 48 anni, avvenuta dopo un’operazione antidroga della polizia condotta l’11 dicembre scorso in un’abitazione di via Indipendenza, a Presicce-Acquarica. Nella mattinata odierna è stata eseguita l’autopsia dal medico legale Alberto Tortorella.

Dai primi esiti dell’esame emerge che il decesso sarebbe stato provocato da un arresto cardiaco. Per chiarire con precisione le cause della morte saranno necessari ulteriori approfondimenti medico-scientifici, i cui risultati sono attesi entro circa 60 giorni. L’autopsia, al momento, avrebbe escluso segni di morte violenta: sul corpo dell’uomo sarebbero stati rilevati esclusivamente i segni compatibili con l’uso delle manette ai polsi.

In vista dell’accertamento autoptico, come atto dovuto, sono state iscritte cinque persone nel registro degli indagati. Si tratta di tre agenti di polizia intervenuti durante il blitz, indagati per l’ipotesi di omicidio preterintenzionale e difesi dall’avvocato Antonio La Scala, e di due presunti spacciatori del posto, Antonio Viola, proprietario dell’immobile, e Alessia Potenza. Entrambi erano stati arrestati per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti; il gip Angelo Zizzari ha successivamente convalidato i fermi disponendo per loro la custodia cautelare in carcere. I due sono assistiti dagli avvocati Davide Botrugno e Viola Messa. I familiari di Urso, originario di Salve, sono invece rappresentati dai legali Luca Puce e David Alemanno.

Secondo quanto ricostruito nell’ordinanza del giudice, l’intervento delle forze dell’ordine è avvenuto intorno alle 22.08. Durante l’accesso all’abitazione, uno dei presenti, poi identificato in Stefano Urso, avrebbe reagito colpendo gli agenti con calci e pugni. Dopo essere stato bloccato e ammanettato, l’uomo avrebbe perso conoscenza. Gli agenti avrebbero quindi rimosso le manette e avviato le manovre di rianimazione. Pochi minuti dopo, alle 22.13, è stata allertata la centrale operativa del 112 e sul posto è giunta un’auto medica che ha proseguito i tentativi di soccorso. Durante queste fasi, alcune delle persone presenti avrebbero assunto un atteggiamento ostile nei confronti dei poliziotti, arrivando anche a sputare verso di loro.

Nel corso della perquisizione sono stati sequestrati 36 grammi di crack. All’esterno dell’abitazione è stato inoltre trovato un veicolo che presentava segni riconducibili a colpi d’arma da fuoco.

L’inchiesta prosegue. Il pubblico ministero ha fissato per il 23 dicembre il conferimento dell’incarico a un consulente informatico, Tania De Benedittis, che dovrà analizzare il contenuto del telefono cellulare di Stefano Urso per acquisire elementi utili alle indagini. Anche in questa fase, le parti coinvolte potranno nominare propri consulenti tecnici.