“MORVILLO FALCONE”: UN MONUMENTO AL DOLORE NON PUO’ ESSERE “SFRATTATO”. CONSALES RISPONDE SUBITO: “NON SI PUO’ FARE QUADRARE I CONTI DIMENTICANDO UNA TRAGEDIA”

di GIANMARCO DI NAPOLI

La decisione di sfrattare l’Istituto professionale “Francesca Morvillo Falcone” dalla sua sede di via Galanti per far posto a un’altra scuola (il “Majorana”) rappresenterebbe il più grave atto di sconsiderata superficialità che la comunità brindisina possa riservare non solo alla memoria di Melissa Bassi, ma soprattutto a un evento così tragico da travalicare i confini del semplice dramma di una famiglia.

La strage compiuta davanti a quella scuola l’ha trasformata in un monumento che dovrebbe restare per sempre alla memoria non solo dei brindisini, ma degli italiani e del mondo intero, come monito perché fatti del genere non possano più accadere, perché la sacralità di un luogo frequentato da ragazzi non possa mai più essere intaccata dall’odio e dalla violenza.

La facciata del “Morvillo Falcone”, mentre al suo interno l’attività degli studenti, ripartita con fatica e dolore, ma alimentata da coraggio e determinazione dei ragazzi e degli insegnanti, quella facciata deve restare immutata con il suo nome e i suoi colori, esattamente come era in quel tragico giorno di maggio di due anni fa.

Cambiare tutto costituirebbe un’offesa per il dolore che le famiglie delle ragazze coinvolte, un affronto per una città che in quei giorni tragici seppe fare fronte comune, stringersi intorno ai propri figli per proteggerli, uno smacco per gli investigatori che per settimane – giorno e notte – lavorarono senza sosta per assicurare il colpevole alla giustizia.

Il commissario nominato dal governo per gestire la Provincia, incaricato di far quadrare i conti, ha individuato nello spostamento dell’istituto al rione Casale (negli stabili ex Ipai) una scelta in linea con la “spending review” e non spetta certo a un funzionario statale esprimere valutazioni di altra natura, se non economica.

Ma forse sarebbe opportuno che accanto ai ragazzi del Morvillo Falcone (che con una nota del 21 febbraio scorso hanno annunciato di voler far sentire in tutti i modi la propria voce) scendesse in campo quella stessa città che in quei giorni si strinse intorno ai genitori di Melissa e delle ragazze ferite. E che magari lo stesso sindaco Mimmo Consales, che – appena insediato – ebbe il coraggio di salire sul palco in una piazza Vittoria piena come mai di gente rabbiosa e spaventata, a intervenire in maniera diretta e determinata. Quello stabile, anche se formalmente sotto l’egida dell’Amministrazione comunale, in realtà appartiene alla città.

Cancellare da quella strada il Morvillo Falcone sarebbe un po’ come voler staccare dallo storico palazzo di piazza Fontana, nel cuore di Milano, la scritta della Banca Nazionale dell’Agricoltura che invece è rimasta lì, da 40 anni, a ricordare che la violenza non può essere dimenticata, anche se la vita va avanti.

Come le ragazze e i ragazzi della scuola di via Galanti hanno voluto dimostrare. Per continuare a far vivere Melissa, senza però mai cancellare ciò che è stato. E quella facciata deve restare per sempre a ricordarlo. Perché mai più accada.

***

Il sindaco Mimmo Consales ha ritenuto di voler intervenire immediatamente sulla vicenda. Di seguito la nota che ci ha inviato:

Caro direttore,
ho appreso dal tuo articolo la notizia relativa al trasferimento in altra sede della scuola “Morvillo Falcone”. E questo elemento, da solo, la dice lunga sul totale mancato coinvolgimento della città su scelte che non possono in alcun modo rispondere solo a logiche ragionieristiche. Già, caro direttore, il Sindaco che ha vissuto ogni momento della tragedia del 19 maggio 2012 apprende da un articolo giornalistico che ciò che è accaduto non ha alcun valore per chi ha il compito di far quadrare i conti.
Sia chiaro: il dott. Castelli svolge in maniera inappuntabile il compito che gli è stato assegnato, ma questa lenta agonia della Provincia rischia di sconquassare anche valori e ricordi che appartengono al cuore di questa città. Ed è per questo che chiederò proprio al Commissario di farmi sapere se la decisione è già stata assunta o se, come mi auguro, ci sono ancora margini operativi per fare marcia indietro, magari coinvolgendo proprio gli studenti del Morvillo Falcone che sono gli unici ad avere pagato un terribile tributo di sangue per la mano assassina di un attentatore folle.
E poi hai ragione tu: un simbolo così importante non può essere cancellato, perché il ricordo perenne (di fronte alla stessa scuola abbiamo creato anche un ‘giardino per Melissa’) deve aiutarci a lottare con ogni mezzo per evitare che i nostri ragazzi siano indifesi nei confronti di una mano assassina o di chiunque altro mina la loro serenità.
Non me ne voglia il dott. Castelli, ma questa volta i conti bisognerà farli quadrare non solo con i numeri, ma anche con i sentimenti.

Mimmo Consales – Sindaco di Brindisi