
Ancora guai per il carabiniere in servizio presso il comando di Brindisi e che era stato denunciato dalla donna con cui aveva avuto una relazione: a maggio il militare sarà processato, a piede libero, per violenza sessuale e stalking. Nel frattempo la Cassazione ha accolto la richiesta della procura di Brindisi ribaltando la decisione del Tribunale del Riesame e ha ripristinato l’obbligo di non avvicinarsi alla donna. Il carabiniere, 30 anni, si sarebbe reso protagonista di una serie di episodi intimidatori che sono stati denunciati dalla donna e dal suo attuale compagno.
Nell’agosto dello scorso anno, il militare l’avrebbe costretta a subire atti sessuali. E in più occasioni l’avrebbe bloccata per strada insultandola per il suo abbigliamento o per la nuova relazione e sferrando pugni contro la sua vettura. La persecuzione sarebbe andata via via aumentando: schiaffi, una camicia strappata, e poi pedinamenti e messaggini telefonici minatori. Infine le minacce all’attuale compagno della donna, fatto salire sull’auto e invitato in tono perentorio e appoggiando un coltello a serramanico sul cruscotto a non frequentare più la donna: “Faccio il carabiniere per hobby”, avrebbe detto il militare estraendo il coltello, “ma sono figlio di pescivendoli”.
Da qui è scattato l’obbligo a non avvicinarsi alla donna e il processo in cui il presunto stalker dovrà difendersi da accuse pesanti e circostanziate.