Sei arresti per rapina: banda brindisina sgominata all’alba

I rapinatori sono stati riconosciuti dai carabinieri di Brindisi cui erano stati inviati dei fotogrammi dai colleghi di La Spezia i quali avevano intuito che poteva trattarsi di banditi pugliesi. E questa mattina sono scattati gli arresti effettuati a Brindisi dai militari del comando provinciale di La Spezia di quello di Brindisi in esecuzione di un’ordinanza custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale della Spezia, nei confronti di 6 persone, ritenute responsabili del reato di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di rapine. Gli arrestati sono Roberto Andriulo, 42 anni, Stefano Iacolare, di 27, Ferruccio Pagliara, 40 anni, Maurizio Valente, 31, Caterina Coffa, 45, Alessandro Coffa, 31 anni.

Contestualmente, a La Spezia, Aulla (MS) e a Brindisi sono state operate 15 perquisizioni domiciliari e locali, disposte dalla Procura della Repubblica della Spezia, nei confronti di altrettante persone, tutte originarie del Brindisino, indagate, a vario titolo, per associazione per delinquere, rapina, ricettazione, favoreggiamento, assistenza agli associati, porto e detenzione di armi e munizionamento da guerra. Per due di loro sono state configurate le ipotesi di reato di sequestro di persona e lesioni personali gravi.

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L’indagine, denominata “Easy Gold”, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale della Spezia, è stata sviluppata, a partire dalla fine del gennaio 2013, dal Nucleo Investigativo di questo Comando Provinciale, insieme all’analogo Reparto dell’Arma di Brindisi, nei confronti di un’organizzazione criminale dedita alle rapine, a mano armata, in gioiellerie, formata da persone dimoranti nella provincia di Brindisi e da una ramificata rete di supporto logistico, composta da soggetti della medesima origine, in diverse regioni del centro-Nord Italia. In particolare, dalle investigazioni è emerso che il modus operandi adottato dalla banda seguiva il medesimo cliché: due componenti si recavano all’interno della gioielleria per effettuare un sopralluogo, chiedendo di visionare alcuni monili in oro e rinviandone l’acquisto ad un momento successivo. Le stesse persone, dopo poco tempo, fatte entrare nuovamente nella gioielleria, perché riconosciute quali potenziali acquirenti, consentivano l’accesso ad un altro complice, armato, ed effettuavano la rapina.

In alcune occasioni le vittime hanno subito lesioni personali gravi o sono state immobilizzate e rinchiuse in locali pertinenti la gioielleria. La banda criminale era composta da persone che svolgevano ruoli differenti e diversificati, composte da “professionisti” delle rapine, altri che gestivano il parco auto, utilizzate per le “trasferte”, altri ancora che supportavano le attività criminali fornendo appoggio logistico, nonché persone dedite alla ricettazione dei proventi dei reati. L’organizzazione poteva contare su basi logistiche d’appoggio nel centro-nord d’Italia, presso le abitazioni di fiancheggiatori, sempre di origine brindisina, che prestavano ospitalità, mezzi di trasporto, strumenti di comunicazione, per consentire alla “batteria” l’esecuzione delle progettate rapine. Numerose erano le armi da fuoco, cariche, efficienti e dotate anche di munizionamento militare, su cui poteva contare l’organizzazione.

L’11 marzo 2013, è stata rinvenuta e sequestrata una pistola semiautomatica, con munizionamento da guerra, occultata nelle adiacenze di un’area di servizio, lungo l’autostrada A/15 (Parma – La Spezia), insieme ad altro materiale utilizzato per l’esecuzione delle rapine. Le investigazioni hanno consentito di ricostruire 7 rapine, di cui 6 consumate ed una tentata, commesse tra il dicembre 2012 ed il maggio successivo, in questa provincia ed in quelle di Massa Carrara, Pesaro Urbino e Rimini, nonché di recuperare parte della refurtiva, il cui valore complessivo si aggira intorno ai 2 milioni di Euro.

Nel corso delle indagini, inoltre, sono state impedite due rapine, sempre in gioiellerie, progettate a La Spezia, e di sottoporre a fermo di indiziato di delitto quattro persone, di arrestarne un’altra in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare e di denunciarne due in stato di libertà, per la rapina perpetrata ai danni di una gioielleria sita alla Spezia la mattina del 3 maggio 2013. Si tratta di Caterina Coffa (44 anni), Roberto Andriulo (41), Maria Petrachi (26) e Alessandro Coffa (30) e Nicola Sardelli, di 42 anni (fuggito con buona parte del bottino). In totale sono 22 le persone indagate.