Caso Arsieni, la famiglia chiede la dichiarazione di morte presunta

Anche la famiglia ormai si è arresa e il Tribunale di Brindisi ha avviato il doloroso iter burocratico che dura sei mesi e che si conclude con la dichiarazione di morte presunta della persona scomparsa: da oltre dieci anni infatti non si hanno più notizie di Giuseppe Arsieni che all’epoca aveva 46 anni ed era un facoltoso imprenditore agricolo di Cellino San Marco con interessi anche a Brindisi. Gestiva un cospicuo patrimonio agrario di proprietà della famiglia, stimato in alcune centinaia di ettari di uliveti, carciofeti e vigneti, nella campagne attorno a Cellino.

Aveva fatto parte del consiglio di amministrazione della Cassa rurale ed artigiana di Cellino e, fino a pochi mesi prima della sua scomparsa, sedeva nel cda della cantina della Riforma fondiaria. Il 21 maggio 2004 partì per Istanbul (Turchia) per partecipare alla fiera Expo-Puglia. Frequentava quel Paese da diversi anni e vi aveva anche effettuato investimenti bancari.

Alla Fiera Expo-Puglia partecipavano circa 40 persone tra imprenditori salentini, dipendenti del Comune di Lecce e liberi professionisti. Con lui c’era un cugino cui era molto legato. Al termine della manifestazione, il 24 maggio, i partecipanti tornarono in Italia, mentre Giuseppe Arsieni sarebbe dovuto rientrare il giorno successivo, con un volo Alitalia in partenza da Istanbul alle 14:35 e con arrivo alle 16:10 a Roma Fiumicino. Da lì si sarebbe poi imbarcato alle 17:15 per arrivare a Brindisi alle 18:30.

Invece, già dal 14 maggio, Arsieni aveva deciso di posticipare al 26 il suo rientro in Italia. Nel pomeriggio del 24, lui ed il cugino partirono in auto per Ankara dove alloggiarono, per una sola notte, al Park Hotel. Il 25, secondo la versione del cugino, si recarono in un centro commerciale da dove poi Arsieni, da solo, si allontanò per andare a chiedere informazioni sui suoi investimenti presso una banca. I due poi tornarono ad Istanbul la sera del 25 maggio e pernottarono al Grand Cevahir Hotel.

La mattina successiva, il 26 maggio, il cugino insieme alla sua famiglia, lo incontrarono a colazione in albergo. Da quel momento i due non si sono più visti: mentre il cugino, verso le 11, uscì con la sua famiglia per fare delle compere, Giuseppe Arsieni rimase in albergo a preparare i bagagli per l’imminente partenza. Il cugino rientrò alle 16 e, preparata la valigia, alle 18 si diresse con la sua auto in aeroporto dove avrebbe dovuto incontrarsi con Arsieni invece non era sul volo delle 14:35. L’ultima telefonata ricevuta da Arsieni risale al 25 maggio; a chiamarlo era stato un fornitore di attrezzature agricole di Torre Santa Susanna (Brindisi).

La famiglia per anni non si è arresa, rivolgendosi più volte anche alla trasmissione “Chi l’ha visto” per cercare una traccia che potesse aiutare a chiarire il mistero. A dieci anni di distanza, persa ogni speranza, la figlia ha chiesto al Tribunale di Brindisi il riconoscimento della morte presunta: per sei mesi un annuncio solleciterà chi ha eventuali notizie a informare lo stesso Tribunale. Dopo di che sarà pronunciata la parola fine sulla vicenda. Ma non sul mistero.