Don Peschiulli, le accuse e il video una macchia sulla Chiesa brindisina che l’arcivescovo deve cancellare immediatamente. Per ritrovare la fiducia della gente

di GIANMARCO DI NAPOLI

Le immagini di don Giampiero Peschiulli che bacia e palpeggia ragazzi rimbombano questa mattina sulla Chiesa brindisina. E’ l’altra faccia di un dramma che potenzialmente può avere sconvolto l’esistenza di decine, se non di centinaia, di adolescenti che negli anni hanno avuto a che fare con il sacerdote, sia in sagrestia, che durante le ore di catechismo o di religione. E possiamo immaginare come sia dolorosa per loro la riapertura di certe ferite, così come altrettanto struggenti possano essere i dubbi di genitori che sino a qualche giorno fa hanno spedito i loro ragazzi in parrocchia o che hanno insistito perché frequentassero quella chiesa, anche se magari ci andavano controvoglia.

Intorno a don Peschiulli potrebbe aprirsi una voragine, se solo altri ragazzi scegliessero di denunciarlo così come ha fatto un giovane che oggi ha 30 anni e che ha deciso di scrivere alle “Iene” per raccontare la sua storia: violentato per anni, quando era adolescente, dal sacerdote. Da questo spunto sono partite le indagini dei carabinieri che hanno portato ieri all’avviso di garanzia per violenza sessuale e alle perquisizioni.

Ma esiste, si diceva un altro aspetto gravissimo in questa vicenda. La terribile ombra che essa ha creato su tutta la Chiesa brindisina. L’impatto delle notizie relative all’inchiesta, ma soprattutto le immagini trasmesse dalle Iene, hanno alimentato un anticlericarismo latente che rischia di annullare il lavoro compiuto negli ultimi anni da decine di ottimi sacerdoti che hanno operato con umiltà e spirito cattolico nelle parrocchie brindisine, arrivando laddove – soprattutto, ma non solo,  nei quartieri periferici – le istituzioni non riescono ad arrivare.

I sacerdoti brindisini non sono pedofili o maniaci e anzi siamo convinti che il caso di don Giampiero sia una gravissima eccezione. Che rischia però di macchiare tutto.

A questo punto se spetta alla magistratura il compito di definire le responsabilità penali di don Peschiulli, compete all’arcivescovo Domenico Caliandro l’onere di provvedere a tutelare, immediatamente, l’immagine della Chiesa brindisina. Troppe ombre si sono concentrate anche sulla Curia locale, spingendo i carabinieri persino (caso unico nella storia) a bussare alla porta di piazza Duomo per verificare se in passato erano giunte segnalazioni sugli anomali comportamenti del sacerdote.

Per spazzarle via il capo della Chiesa locale, per altro in linea con la severa politica adottata in casi simili da papa Francesco, provveda immediatamente, già da oggi, a rimuovere il suo parroco. E inizi un processo di pulizia e di trasparenza per restituire al clero brindisino quella fiducia che merita e che rischia di venire irrimediabilmente compromessa.