
Giochi di potere alle spalle di un’intera città. Uno scambio di favori tra il Pd e il presidente dell’Autorità portuale Hercules Haralambides, per soddisfare l’uno le esigenze dell’altro.
E’ quanto sarebbe accaduto, almeno stando alla ricostruzione fornita questa mattina dai partiti di centrodestra in conferenza stampa, nei giorni che hanno preceduto la seduta del comitato portuale di mercoledì scorso. Una riunione decisiva durante la quale, ha spiegato il capogruppo del Pdl Mauro D’Attis, il Pd avrebbe dovuto approvare il bilancio consuntivo presentato da Haralambides, e questi in cambio avrebbe nominato quale suo segretario generale Cosimo Casilli, appunto, uomo del Pd. “Poi tutto è saltato perché pochi giorni prima della seduta del comitato l’accordo è venuto a galla”.
Ma intanto, dice D’Attis, il patto c’era. “La dimostrazione più lampante – insiste – sta nel fatto che quel giorno non si sarebbe dovuto discutere della nomina del segretario generale. Ma solo del bilancio. E invece quel punto, fino a poco prima assente, è stato all’improvviso inserito nell’ordine del giorno. Questo significa che il Partito democratico ha voluto approfittare della debolezza di Haralambides per inserirsi e piazzare un proprio uomo”.
Esecutore materiale di questo che il centrodestra tratteggia come un delitto perfetto (almeno nelle intenzioni) sarebbe stato il sindaco Mimmo Consales. E anche qui in questo caso non mancherebbe la classica pistola fumante: vale a dire quella telefonata fatta proprio mercoledì mattina dal segretario regionale del Pd Sergio Blasi alla presenza di Casilli, ascoltata per puro caso dallo stesso D’Attis. Durante quella telefonata Blasi avrebbe detto al suo interlocutore: “Tenete la posizione su Casilli”. “Conasles si affrettò a negare – ricorda D’Attis – d’essere lui all’altro capo del telefono. Salvo poi essere smentito dallo stesso Blasi che ha invece ammesso di aver telefonato proprio a Consales”.
Da qui la decisione di non presentarsi lunedì prossimo all’incontro sul porto convocato dal primo cittadino: “Noi non ci saremo – ha annunciato D’Attis – sia perché riteniamo un errore politicizzare in questo modo la questione del porto, che è più delicata di quanto non si pensi, sia perché con un bugiardo noi non parliamo. Non ha più la credibilità necessaria per parlare di questo problema che interessa tutta la città e il suo futuro”.