di GIANMARCO DI NAPOLI
E’ l’ultima notte in balìa delle onde per gli uomini che da domenica mattina lottano contro il vento, contro il fuoco, contro il mare. Probabilmente non finiranno mai nei video diffusi dalla Marina militare e dalla guardia costiera e non ci saranno sopravvissuti che li cercheranno per ringraziarli di persona. Ma se non ci fossero stati loro, prima per ore e poi per giorni, a controllare le fiamme che stavano divorando il “Norman Atlantic”, a quest’ora si conterebbero centinaia di morti in più e probabilmente del traghetto non sarebbe rimasto neanche il relitto.
Sono gli uomini che dei tre rimorchiatori brindisini, Marietta Barretta, Asmara e Tenax, supportati da otto vigili del fuoco brindisi che avrebbero dovuto terminare il proprio turno a terra domenica mattina e che invece ancora, in queste ore, sono a bordo.
Il rimorchiatore Tenax è comandato da Luca Zizzi (foto), carovignese con diploma all’Istituto nautico Carnaro e una passione viscerale per la bicicletta. C’era lui in plancia a coordinare le difficili operazioni di spegnimento del fu “Norman Atlantic” che nella mattinata di domani, venerdì giungerà in vista della costa brindisina.
Ma il mare è in condizioni al limite della navigazione e il traghetto è un gigante ancora incandescente e cigolante, così le operazioni di traino sono difficili e vanno eseguite con la massima cautela. Nel momento in cui scriviamo, poco dopo le dieci di sera, i tre rimorchiatori che scortano il Norman non hanno ancora percorso metà della rotta.
Sul Tenax e sul Marietta Barretta ci sono anche le due squadre composte da quattro vigili del fuoco ciascuna, coinvolte in un’operazione che per durata e difficoltà non era assolutamente prevista. Dovevano restare in servizio per poche ore ma da Roma non hanno mai consentito di farli rientrare per ricevere il cambio. E quest’aspetto rischia di lasciare strascichi, e di non di poco conto, perché i colleghi degli otto, da Brindisi, in tutti i modi hanno tentato di farli rientrare.
Domani mattina, dunque, inizierà la seconda parte di questa storia. Il relitto sarà ormeggiato probabilmente a Punta Riso e non si sa ancora cosa si troverà nel ponte 4 e nelle stive. Ci potrebbero essere decine di corpi, tra i passeggeri dichiarati ufficialmente dispersi e i clandestini che secondo la Procura di Bari erano a bordo della nave. Ci saranno anche nuovi indagati, tra i membri dell’equipaggio, perché probabilmente non sono state rispettate le norme né nella fase di imbarco né in quella di evacuazione dei passeggeri.
Si dovrà infine stabilire perché la nave San Giorgio è stata fatta salpare soltanto dieci ore dopo il naufragio, ritardando in maniera decisiva la rapidità dei soccorsi con gli elicotteri.
Ma per tutto questo, per stabilire la vera entità della tragedia, ci sarà tempo. Questa è ancora la notte degli eroi silenti che rientrano a Brindisi. Senza squilli di tromba, senza medaglie o encomi, con i volti segnati dalla salsedine, dal fumo e dalla fatica. Ma con gli occhi pieni d’orgoglio.