Ricatti sessuali dopo videochat erotiche: vittime uomini brindisini. Tutti sposati

Il copione è sempre lo stesso: su Facebook arriva una richiesta d’amicizia di una procace ragazza. Il destinatario anche è sempre della stessa tipologia: un uomo sposato, possibilmente con figli.

La ragazza comincia a chattare in maniera spensierata instaurando un rapporto di fiducia con il suo interlocutore il quale comincia a pensare di piacerle davvero.

Poi lei gli dà un indirizzo per la videochat, quasi sempre su Skype, e qui comincia la seconda parte del piano: lei si spoglia e chiede all’uomo di fare lo stesso. Ma non lo fa in preda a passione erotica: la signorina registra con precisione tutta la videochat a luci rosse. E qui cominciano i guai.

Sono numerosi gli uomini brindisini, tutti sposati, rimasti vittima del giochetto perché la fase successiva è il ricatto. Durante la chat arriva un video nel quale la vittima si rivede mentre compie atti sessuali davanti alla cam: “Dammi i soldi o pubblico il video e lo faccio girare. Lo vedranno tutti”. 

Le richieste partono da alcune centinaia di euro in poi, ma non si concludono con il primo pagamento. Tanto che in molti si sono rivolti alla polizia postale per denunciare il ricatto, ben consci di mettere a repentaglio la loro serenità famigliare.

Le autrici della truffa non sono donne del posto. Individuano con attenzione le loro potenziali vittime su Facebook (dove hanno la possibilità di avere la certezza che siano sposati e dunque facilmente ricattabili), creano un profilo ex novo avendo cura di mettere insieme una decina di amicizie e possibilmente qualcuna in comune con la vittima e poi partono all’attacco.

Per la polizia postale è molto difficile risalire alle autrici dei ricatti. I loro indirizzi ip si appoggiano su server esteri e questo lascia ipotizzare che esista una vera e propria organizzazione criminale. Gli investigatori consigliano alle vittime di non cedere ai ricatti e di contattare il più vicino ufficio di polizia. Il pagamento infatti non mette fine al ricatto e anzi alimenta le richieste estorsive. Non è possibile infatti avere la garanzia che il video a luci rosse sia effettivamente cancellato.