Acque Chiare, una sentenza ribalta tutto: la confisca delle ville potrebbe essere scongiurata

Un bene non può essere confiscato se il reato per il quale era stato sequestrato è andato prescritto: con una sentenza storica la Corte Costituzionale ha respinto due ricorsi contro una decisione in tal senso assunta dalla Corte europea di giustizia e che riguardavano la vicenda della lottizzazione abusiva del Villaggio del Parco di Sabaudia, assolutamente simile a quella di Acque Chiare.
I proprierari delle strutture si erano rivolti alla Corte Europea, dopo che i tre gradi di giudizio, nonostante il reato fosse caduto in prescrizione, avevano portato sl sequestro delle villette.
La Corte Europea gli aveva dato ragione e contro quella sentenza si erano appellati sia la Corte di Cassazione che il Tribunale di Teramo, chiedendo che la confisca venisse effettuata.
Ma la Corte costituzionale ha respinto i due ricorsi confermando quella che era stata l’interpretazione della Corte Europea.
Niente confisca, dunque. Ed è una sentenza (la numero 49/2015) che fa da apripista al nutrito stuolo di legali dei proprietari di Acque Chiare i quali potranno sfruttare l’ottima strategia messa in atto per Sabaudia e chiedere l’applicazione del medesimo metro anche per Acque Chiare.
I reati di lottizzazione abusiva sono infatti andati prescritti mentre le villette, poste sotto sequestro, erano destinate alla confisca. Ma la sentenza della Corte costituzionale ribalta tutto e, anche se indirettamente, potrebbe finalmente ridare vita al Villaggio turistico realizzato ormai più di dieci anni fa dall’imprenditore Vincenzo Romanazzi.