Furti sul conto corrente online: dopo numerose pronunce favorevoli ottenute davanti all’Arbitro Bancario Finanziario, Confconsumatori vince ancora, questa volta in sede giudiziaria, e ottiene per una coppia di associati un risarcimento del danno pari ad € 7.000,00.
Nel 2008 due coniugi, che avevano attivato presso un Istituto di credito un sistema di home banking, si erano accorti, accedendo al proprio conto online, di alcune disposizioni di pagamento non autorizzate per il valore di € 5.910,00. Il furto era avvenuto senza che i due avessero mai comunicato a terzi la password necessaria per operare sul conto.
Il Tribunale, al quale i consumatori si sono rivolti, ha condannato la banca a risarcire il danno, maggiorato degli interessi e della rivalutazione monetaria, per un totale di € 7.100,00. La banca è stata condannata sulla base dell’art. 1228 c.c., per non avere superato la “presunzione di colpa” e, dunque, non aver potuto dimostrare che le credenziali fornite al cliente fossero entrate in possesso di terzi per una condotta colposa del medesimo.
“Una sentenza fondamentale – dichiara l’avv. Emilio Graziuso, componente del Consiglio Direttivo Nazionale della Confconsumatori – che si colloca nell’ambito di un orientamento giurisprudenziale sempre più consolidato nella tutela dei correntisti che operano con sistemi di home banking. Si desume infatti dalla sentenza che nel gestire tale servizio la banca deve rispettare una diligenza professionale parametrata dal criterio dell’accorto banchiere. E non è sufficiente che l’istituto fornisca la prova che non si sia registrato il tentativo di immissione di credenziali errate e che, conseguentemente, l’utilizzo dei codici di accesso e dei dispositivi sia da imputarsi ad un’acquisizione dei medesimi da parte di terzi”.
La sentenza, inoltre, secondo l’Associazione costituisce un importante precedente anche per coloro che subiscono, a loro insaputa, prelievi attraverso carte di credito clonate, fenomeno in continuo aumento, come dimostra il numero di segnalazioni che pervengono alla Confconsumatori.
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