Talucci, l’interrogatorio con il pm e le estemporanee “uscite” del passato

I sorrisi ostentati da monsignor Rocco Talucci, all’ingresso del palazzo di giustizia, prima di essere interrogato da un magistrato sugli episodi di pedofilia dei quali è stato protagonista un suo parroco, hanno provocato una certa irritazione tra chi, a Brindisi, segue con comprensibile apprensione la questione dei bambini violentati e vorrebbe sapere se e in che modo la Curia poteva risparmiare ad alcuni ragazzi ferite che si porteranno dietro per tutta la vita.

Talucci, davanti al pm Giuseppe De Nozza, non ha smentito di essere stato informato – era il 2002 – dai genitori di due fratellini che don Peschiulli, all’epoca parroco al quartiere La Rosa, abusava dei ragazzini. Ha negato però di averli invitati a tacere: “Chiesi loro di informarmi ulteriormente”, ha aggiunto l’arcivescovo emerito, “ma loro non tornarono più”. Talucci comunque decise di spostare don Giampiero, trasferendolo dalla chiesa della Rosa a quella di Santa Lucia. Anche questa circostanza ha suscitato non poche perplessità in quanto non metteva al riparo i bambini della nuova parrocchia. E in effetti fu qui, negli anni successivi, che si consumarono le violenze nei confronti di almeno due ragazzini.

Non si sa a cosa potrà portare l’interrogatorio di Talucci, durato quasi due ore, visto che comunque la vicenda del 2002 non è più valutabile penalmente per Peschiulli in quanto il reato sarebbe comunque prescritto. È invece verosimile che il magistrato abbia voluto farsi un’idea precisa del contesto in cui le violenze sono state perpetrate.

De Nozza è lo stesso magistrato che nel 2003 si occupò della Tangentopoli brindisina, facendo arrestare numerosi amministratori tra cui il sindaco dell’epoca Giovanni Antonino. Nei giorni in cui egli era recluso nel carcere di Foggia fece molto scalpore la decisione di Talucci di andarlo a trovare. Una scelta da pastore, fece sapere Talucci, che però non riservò la stessa attenzione agli altri arrestati.

Altra singolare uscita dell’arcivescovo fu la decisione di andare a benedire il cantiere della Lng per la realizzazione del rigassificatore, nel momento in cui tutte le istituzioni cittadine, compatte, contrastavano la realizzazione dell’impianto. L’estemporanea apparizione di Talucci con l’acqua santa a Capo Bianco fu il prologo dell’arrivo della guardia di finanza, sempre su inchiesta di Giuseppe De Nozza. Anche lì storie di tangenti e cantiere mai più riaperto.

Ma il momento più folcloristico fu probabilmente rappresentato da un’intervista apparsa sul blog cattolico “Pontifex” nella quale Talucci sosteneva che i gay, al pari dei divorziati, non sono degni di ricevere i sacramenti. Successivamente l’arcivescovo sostenne che le sue parole erano state travisate. Quelle dichiarazioni rilette alla luce degli ultimi avvenimenti e di una chiesa brindisina che secondo le intercettazioni fatte a Peschiulli avrebbe al suo interno una componente omosessuale molto influente, acquisiscono un significato ancora più singolare.
Gianmarco Di Napoli