Scipione, 17 anni, sub esperto: annegato davanti al padre

Forse una sincope, ossia la nemica principale per chi pratica pesca in apnea, oppure un incidente, il corpo era bloccato sul fondo del mare sotto un lastrone: quale sia la causa della morte, Savelletri ha vissuto ieri una tragedia terribile, quella della morte di un ragazzo di 17 anni.
Scipione Barnaba avrebbe festeggiato la maggiore età tra meno di 20 giorni, il 6 agosto: studente del Liceo scientifico Archita di Taranto, da anni trascorreva le vacanze estive con i genitori a Savelletri. Qui, insieme al padre, poteva praticare la passione che aveva sin da giovanissimo, la pesca in apnea.
Il dramma è avvenuto nel pomeriggio di venerdì, in un mare liscio come l’olio. Scipione era salito sulla barca con il padre e si era immerso sotto gli occhi del genitore a circa 15 metri di profondità, a 200 metri dalla riva. Ma non è più riemerso.
Il padre non aveva attrezzatura per tuffarsi e ha dato l’allarme alla Capitaneria di Porto. Sono arrivati gli uomini della Delegazione di spiaggia di Savelletri e una motovedetta da Monopoli. Si sono mossi anche i sommozzatori dei vigili del fuoco da Martina ma il loro intervento non è stato necessario.
Un pescatore subacqueo che era in zona, munito di bombole, Alberico Mavilio, ha dato la propria disponibilità a immergersi: pochi minuti dopo ha trovato Scipione bloccato sotto un lastrone di roccia, a circa 15 metri di profondità. Lo ha liberato e riportato in superficie.
Qui è stato adagiato sulla barca e portato sulla banchina dove personale del 118 ha tentato a lungo di rianimarlo con il massaggio cardiaco e la respirazione artificiale. Ma non c’è stato nulla da fare.
Scipione, nonostante la giovanissima età, era un sub esperto che aveva frequentato per due anni anche una scuola di immersione. Per questo motivo la tragedia è ancora più inspiegabile.
Sentito il parere del medico legale, che ha certificato la morte per annegamento, il pm Valeria Farina Valaori ha disposto la restituzione del corpo alla famiglia.