Cosimo Perrini, 60 anni, operaio della “Cover Tech” perse la vita precipitando in un cantiere mentre effettuava lavori di impermeabilizzazione della copertura della costruenda multisala del rione Bozzano, privo delle cinture di sicurezza e senza soppalchi che prevenissero il rischio di caduta. Perrini cadde da un lucernario posto a una decina di metri d’altezza e morì. Era l’1 agosto 2007.
A distanza di otto anni sono arrivate sei condanne per omicidio colposo e una sostanziosa provvisionale per i parenti della vittima: la sentenza è stata pronunciata dal giudice monocratico del Tribunale di Brindisi, Giuseppe Biondi. Tra i condannati anche un figlio della vittima che risulta essere titolare della ditta per la quale l’operaio (originario di Crispiano, in provincia di Taranto) stava effettuando i lavori
Questi i condannati: Renato Perrini e Antonio Sergio un anno e sei mesi di reclusione; Paolo Perrino e Nicola Lemma un anno; Francesco Perrino e Luciano Stella dieci mesi. Pena sospesa e non menzione per Paolo e Francesco Perrino, Luciano Stella e Nicola Lemma. Pena sospesa per Antonio Sergio e Renato Perrini.
Francesco Perrino, Luciano Stella, Nicola Lemma, Renato Perrini, Paolo Perrino e Antonio Sergio, nonché le responsabili civili Ghisola srl, Cogit Spa e Cover Tech, in solido tra loro, al risarcimento del danno nei confronti delle tre parti civili con una provvisionale immediatamente esecutiva di 50 mila euro per ciascuna parte civile.
La Cogit era l’impresa appaltatrice dei lavori e titolare del cantiere di via Bastioni: Paolo Perrino era imputato quale direttore tecnico, Antonio Sergio direttore del cantiere, Francesco Perrino legale rappresentante, Luciano Stella responsabile dei lavori, Nicola Lemma coordinatore della sicurezza, tutti per la Cogit. Renato Perrini quale amministratore unico della “Cover Tech”, subappaltatrice dei lavori di impermeabilizzazione e datore di lavoro di Cosimo Perrini. Che era suo padre.