Ha 66 anni I.V., il pensionato di Carovigno agli arresti domiciliari da questa mattina con l’accusa di aver consentito a numerosi extracomunitari, che lo pagavano profumatamente, di ottenere falsi contratti di locazione per ottenere dalla questura il permesso di soggiorno.
Il personale dell’ufficio Immigrazione della stessa questura, coordinato dal dirigente Stefania Occhioni, ha avviato le indagini a partire dai primi mesi dell’anno proprio partendo da alcuni contratti d’affitto consegnati da extracomunitari a corredo delle istanze di permesso di soggiorno.
E’ stato scoperto che i contratti di locazione erano redatti in ciclostile, con la modalità del copia-incolla o con l’uso dello scanner, riproducendo contratti di fitto con stessi indirizzi e identici estremi catastali di immobili che a volte erano corrispondenti a quelli regolarmente registrati e in altri casi totalmente inesistenti, riferiti a diverse abitazioni dislocate tra Carovigno, San Michele Salentino, Ceglie Messapica e San Vito dei Normanni.
E’ stato appurato che il pensionato, nonostante non fosse intestatario di alcun immobile, aveva registrato effettivamente presso l’Agenzia delle Entrate di Ostuni numerosi contratti di affitto utilizzando generalità, dati e documenti di terze persone, persino defunte da tempo, oppure di soggetti che non sono proprietari di casa dei quali erano stati utilizzati, a loro insaputa documenti personali.
In alcuni casi, addirittura, il pensionato esibiva per registrare il contratto una carta d’identità in cui erano riportate le generalità di un anziano italiano e la foto corrispondeva a un giovane di colore.
L’intraprendente carovignese aveva diversificato la propria attività denunciando false assunzioni di domestici all’Inps per poi comunicarne l’immediata cessazione appena gli stranieri ritiravano il permesso di soggiorno.
L’uomo arrestato, che come hanno riferito alcune persone interrogate veniva definito il “padrone dei neri” contattava gli stranieri vicino ai centri di accoglienza chiedendo di cosa avessero bisogno e forniva loro contratti di affitto falsi o altra documentazione, facendosi pagare anticipatamente dai 100 agli 800 euro.
Gli stranieri ascoltati spesso non sapevano neanche dove si trovassero le abitazioni né conoscevano il vero nome della persona che si presentava sempre con identità diverse. Ma tutti avevano il suo numero di cellulare e lo descrivevano in maniera precisa e univoca per le sue caratteristiche.
Nell’abitazione del pensionato e di un altro soggetto, titolare di un’agenzia immobiliare (e la cui posizione è ancora al vaglio) il personale dell’Ufficio Immigrazione ha effettuato perquisizioni e sequestrato materiale che sarà esaminato nelle prossime ore.