Si è chiuso con due condanne e un’assoluzione il processo a carico di tre soci si un’azienda edile, la Kubo srl, finiti alla sbarra per evasione fiscale, appropriazione indebita, false fatturazoni e truffa. Reati commessi tra il 2006 e il 2008, per i quali solo due degli imputati sono stati giudicati colpevoli: l’amministratore unico della società Bernardino Galizia e il figlio Michele, condannati rispettivamente a 1 anno e 6 mesi di reclusione e a 4 mesi, pena sospesa per entrambi. Assolto “per non aver commesso il fatto” il grande accusatore del processo, l’imprenditore Cosimo Manta, assistito dall’avvocato Massimo Manfreda, cui gli altri due imputati dovranno un risarcimento danni da stabilire in altra sede. Quattro su sei i capi di imputazione per i quali Bernardino Galizia è stato giudicato colpevole.
Secondo il pubblico ministero Adele Ferraro, e ora anche secondo il tribunale, l’imprenditore brindisino avrebbe non solo evaso imposte sui redditi e Iva, scrivendo a bilancio spese per 200mila euro del tutto inventante, con false fatture, ma si sarebbe anche intascato indebitamente decine di migliaia di euro della società: e precisamente 28mila euro nel 2006 e 2007 e 36mila euro nel 2008. Di più. Galizia nel maggio del 2008 avrebbe venduto al figlio Michele un immobile di sua proprietà in via Materdomini, comprensivo di otto stanze, box auto e deposito, per appena 40mila euro. Un prezzo del tutto fuori mercato, come dimostra il profitto intascato dallo stesso Michele Galizia quando poco tempo dopo ha rivenduto lo stesso immobile per 80mila euro.
Episodi per i quali, entrambi, padre e figlio, sono stati condannati: colpevoli d’aver danneggiato il socio Cosima Manta, cui ora dovranno un risarcimento di importo ancora da stabilire. Chiusosi così il primo grado, resta ora da attendere il giudizio della Corte d’Appello.