Acque Chiare, il Comune passa all’incasso dell’Imu prima ancora del dissequestro ufficiale

Mentre ancora non sono state rese note le motivazioni della sentenza con cui la Corte di Cassazione – dopo undici anni di battaglie legali – ha restituito le abitazioni ai proprietari del villaggio di Acque Chiare, il Comune di Brindisi passa immediatamente all’incasso.
In questi giorni, nonostante manchi l’ufficialità del provvedimento e la notifica dello stesso, decide di inviare ai proprietari il pagamento della Tassa IMU, sospesa illo tempore da sentenza pregressa. Le raccomandate, con richieste anche cospicue, vengono notificate in questi giorni ai proprietari.
“A questo punto – spiega Luigi Ragno, uno dei proprietari – “si reca all’Abaco per comprendere le ragioni per cui il Comune abbia inviato detti importi IMU non attendendo le motivazioni della sentenza della Cassazione. E l’Abaco risponde che esiste un dispositivo che ormai è ufficiale e dunque il pagamento deve avvenire. Al massimo possono procedere con l’abbattimento delle more e delle sanzioni e dilazionare il tutto. In caso di mancata accettazione bisogna procedere con ricorso poiché anche un’istanza di autotutela verrebbe respinta.
“Abbiamo contestato all’Abaco che nessun provvedimento è stato ancora notificato e che le motivazioni sono tuttora sconosciute. Pertanto anche un ricorso sarebbe privo delle motivazioni che sottendono le ragioni di quanto richiesto e contestato. Dunque la sospensione sarebbe da applicare almeno sino alla notifica delle motivazioni. Vi e’ di più. Vi sono proprietari che hanno acquistato con i benefici della prima casa e nonostante ciò gli è stata negata la residenza a causa del sequestro. Pertanto gli stessi sono costretti a pagare la tassa IMU nonostante sia prima casa. Ci si reca al Comune per procedere dunque al cambio di residenza per evitare da ora in poi il pagamento della tassa visto che, a detta dell’Abaco, il provvedimento è stato emesso e quindi il dissequestro è ufficiale”.
E qui c’è il controsenso: l’Ufficio anagrafe del Comune nega a Ragno ancora una volta la residenza poiché, a loro dire invece, non c’è nulla di ufficiale, non essendo stata ancora notificata alcuna sentenza al riguardo e che quindi per il Comune le case sono ancora sotto sequestro.
“A questo punto – dice Ragno – è doveroso che il sindaco spieghi questa contraddizione ai danni dei proprietari di Acque Chiare che dopo anni di lotte devono ancora subire abusi e ingiustificati. Delle due una: o si decida la sospensione del pagamento sino alla notifica delle motivazioni, o almeno si dichiari l’ufficialità del dissequestro garantendo anche i diritti e non solo i doveri”.