Si ha la sensazione che per il villaggio di Acque Chiare e per la determinazione del suo futuro si entri nella fase decisiva. Il Comune di Brindisi ha emesso nelle scorse settimane una ordinanza con la quale dispone il divieto di accesso in alcune zone del comprensorio. Si tratta del primo vero atto ufficiale in cui l’ente assume il controllo di una parte del villaggio, dopo la sentenza con cui la Corte di Cassazione il 27 maggio dello scorso anno, ha disposto la confisca di una parte degli immobiliin località Case Bianche dei quali è divenuto proprietario con tanto di trascrizione già effettuata dalla guardia di finanza nei Registri immobiliari. Il passo successivo potrebbe essere un’ordinanza di sgombero delle 53 ville confiscate, 35 delle quali sono tuttora occupate dai promissari acquirenti i quali però non ritengono la partita ancora chiusa e si stanno giocando le ultime carte per ottenere una sospensiva o addirittura l’annullamento della confisca. Ma andiamo con ordine.
Nell’ordinanza dell’11 luglio scorso, firmata dal sindaco Riccardo Rossi e dal dirigente Nicola Zizzi, il Comune di fatto formalizza la presa in consegna degli immobili sequestrati: l’enorme albergo in costruzione (500 posti letto), due locali tecnici, il minimarket bar che si trova al centro del villaggio e sulla cui piazzetta si sarebbe dovuta concentrare la vita serale dei residenti, 53 villette ancora non accatastate e non oggetto di rogito notarile (quelle che venivano definite “villone” in quanto molto più grandi rispetto alle 160 già vendute), alcune delle quali cedute a una trentina di promittenti acquirenti, altre di proprietà della società Acque Chiare e una villetta regolarmente accatastata di proprietà della stessa società.
L’ordinanza è stata emessa per questioni di sicurezza legate allo stato d’abbandono in cui versano in particolare il rustico dell’albergo, pare frequentato per giochi pericolosi da bande di ragazzini che potrebbero mettere a rischio la loro incolumità, e la zona mare in cui ci sono ciò che resta della grande piscina, del ristorane e delle cabine, tutto nel più totale abbandono. La zona nelle ultime settimane è stata per altro interessata da incendi.
Così nell’ordinanza viene vietato l’accesso, sia pedonale sia a bordo di veicoli, nella zona denominata A (quella della spiaggia), in quelle C e D (l’area dell’albergo in costruzione) e la zona del supermercato (zona F) che si trova proprio nel cuore del villaggio.
Proprio il divieto d’accesso all’ex supermercato, utilizzato attualmente pare come deposito dallo stesso condominio, sicuramente non a rischio incendi o crolli come le altre aree, ha fatto pensare che quello del Comune sia stato un primo passo in attesa di prendere possesso anche materialmente delle oltre 50 ville che si trovano nel villaggio, al confine con l’area dell’albergo e che sono a tutti gli effetti di proprietà dell’ente, ma alle quali in questa prima ordinanza non si fa riferimento. Trentacinque di queste ville continuano a essere occupate dai promissari acquirenti che, secondo quanto da loro stessi dichiarato, pagano regolarmente le spese di condominio.
E’ chiaro che la vicenda procede su due binari: uno di natura giudiziaria, nel quale la sentenza di confisca dovrebbe essere applicata dal Comune che dovrà per legge entrare in possesso delle ville, un’altra politica in cui evidentemente dal Palazzo stanno valutando con attenzione tutte le scelte da operare. Perché il problema non è solo quello di acquisire le oltre 50 ville, ma anche decidere in che maniera utilizzarle e soprattutto quale futuro si intende dare a una struttura alberghiera davvero imponente e che potrebbe dare lustro all’intero villaggio.
Il 23 giugno scorso il Consiglio comunale ha deliberato l’approvazione della “Riqualificazione integrata della Costa Nord da Torre Guaceto, area protetta nazionale terrestre‐marina al centro storico della città con aeroporto e porto”. Nel piano si fa riferimento alla rigenerazione urbana degli insediamenti della costa nord per l’incentivazione di forme di turismo sostenibile come l’albergo diffuso, le case vacanza, gli affittacamere e l’allestimento di strutture per il ristoro mediante interventi di bioarchitettura ed efficientamento energetico. L’area del complesso “Acque Chiare”, secondo questo piano, potrà essere potenziata con la previsione di un’area campeggio e per la sosta dei camper, che potranno fruire dei servizi già esistenti nel complesso da riqualificare.