
Il coordinatore alla Sanità della Funzione Pubblica della CGIL, Francesco Pollasto, e il segretario aziendale referente per il presidio ospedaliero Perrino di Brindisi, Valerio Aga, lanciano l’allarme per il rischio di collasso dell’Unità di Terapia Intensiva Neonatale (UTIN) dell’Ospedale Perrino: “La matematica è impietosa: due soli neonatologi strutturati, di cui uno impossibilitato ai turni notturni, per un servizio che richiede presenza costante 24 ore su 24, 365 giorni l’anno. Un’equazione impossibile che sta portando all’esaurimento anche i pochi professionisti rimasti, eroicamente in servizio oltre ogni limite sostenibile”, scrivono i due sindacalisti, che rimarcano come il depotenziamento dell’UTIN rischia di compromettere l’intero punto nascita della provincia di Brindisi.
“È paradossale”, continuano Pollasto e Aga, “che, mentre in altre province si inaugurano ospedali in pompa magna, a Brindisi si proceda allo smantellamento silenzioso di ciò che resta dei servizi materno-infantili fondamentali. Dal 3 aprile, data della nostra ultima denuncia, nessuna risposta. Nessuna spiegazione. Nessuna assunzione di responsabilità”.
I due parlano di gestione dell’emergenza in modo paradossale, giacché “l’ASL paga professionisti in pensione e medici da altre province con tariffe maggiorate, mentre non riesce ad attirare e trattenere specialisti con contratti stabili. Contemporaneamente, un concorso pubblico è stato bandito e concluso nel più totale mistero, senza che nessuno si degni di comunicarne gli esiti alla popolazione interessata”.
Queste inefficienze amministrative stanno determinando uno smantellamento silenzioso ma inesorabile dell’assistenza neonatale a Brindisi: “Per chi non ha familiarità con gli standard sanitari, è come guidare un’ambulanza con una sola ruota funzionante”, precisano i due rappresentanti di CGIL Funzione Pubblica descrivendo la situazione del reparto. Una situazione che implicitamente manda un messaggio alle mamme brindisine: “Per partorire, cercatevi un altro territorio”.
“La responsabilità di questa situazione è chiara ed evidente”, continuano Pollasto e Aga, ovvero “una direzione sanitaria che non ha saputo o voluto pianificare per tempo soluzioni a una crisi ampiamente prevedibile”, “un lento deterioramento che occhi competenti avrebbero dovuto intercettare con largo anticipo”, mentre “chi doveva vigilare ha fallito nel suo compito fondamentale”. Poi l’affondo finale nei confronti dei vertici aziendali: “Ci domandiamo come sia possibile che i vertici dell’ASL Brindisi non abbiano intercettato per tempo i segnali di questa emergenza. È lecito interrogarsi se chi ne aveva la responsabilità abbia considerato l’UTIN come un reparto di serie B, nonostante assista i pazienti più fragili e vulnerabili. Una gestione responsabile e lungimirante avrebbe dovuto pianificare con largo anticipo soluzioni strutturali, anziché affidarsi a rimedi emergenziali che aumentano i costi e riducono la qualità dell’assistenza”.
Il grido di allarme si conclude con una sorta di chiamata alle armi ai cittadini (“La FP CGIL Brindisi è pronta a sostenere ogni iniziativa di mobilitazione civica in difesa dell’UTIN e del punto nascita”) e un’amara considerazione sul futuro del territorio (“Quando un bambino non potrà più nascere nella propria terra, sarà l’intera comunità a morire un po’”).
In mattinata è arrivata la replica della direzione strategica di ASL Brindisi che, a proposito delle dichiarazioni dei sindacalisti della FP CGIL, ha parlato di “infondati allarmismi”: “Non corrisponde al vero che il punto nascita della provincia di Brindisi sia a rischio di chiusura. L’Utin dell’ospedale Perrino, struttura di riferimento per il territorio, continua a garantire l’assistenza necessaria, grazie all’impegno e alla professionalità degli operatori sanitari in servizio, che ringraziamo per il grande senso di responsabilità. Proprio per rafforzare ulteriormente l’attività dell’Unità, a partire dall’1 maggio 2025 prenderà servizio il nuovo direttore della Struttura Complessa di Neonatologia e Utin, figura selezionata a seguito di procedura concorsuale. Questo passaggio rappresenta un elemento centrale del percorso di rilancio e consolidamento del reparto, già oggetto di attenzione da parte della direzione strategica. La ASL insiste poi sul concetto di emergenza, precisando di avere già adottato “tutte le misure straordinarie necessarie a garantire la continuità del servizio, anche tramite l’impiego temporaneo di professionisti esterni, come previsto in tutte le situazioni emergenziali” e comunicando che la direzione aziendale è al lavoro “per superare le difficoltà legate alla carenza di specialisti in neonatologia, un problema che riguarda non solo la provincia di Brindisi ma tutto il sistema sanitario nazionale”. A tale scopo ASL Brindisi comunica che sono state attivate campagne di reclutamento e sono in corso interlocuzioni su più livelli”.
Marina Poci